Si è tenuto lo scorso 25 novembre nella sala consiliare del Comune di Mola di Bari, nell’ambito del progetto regionale di sostegno alla genitorialità GEC (Generare figli Educare persone Costruire futuro), l’incontro su “La denatalità in Puglia”, organizzato grazie all’impegno del locale Centro di Aiuto alla Vita.
Al centro del dibattito un problema impellente, sulle cui possibili soluzioni siamo già in ritardo, se si pensa che la nostra regione ha fatto registrare nel 2018 solo 28.921 nuovi nati, un numero nettamente inferiore alla più pessimistica delle previsioni fatte dai demografi. In Puglia, il numero di figli per donna è di 1.25 (contro la media nazionale dell’1.32), con una conseguente riduzione della popolazione dell’1.02%, con un picco del 5,9% nella fascia d’età tra gli zero e i 14 anni. Inoltre, dal 2011, il numero dei morti supera quello dei nati, con un saldo naturale negativo nel 2018 di 2000 unità circa.
«Un tema che non può essere escluso dell’agenda politica del Paese – come ha sottolineato il sindaco Giuseppe Colonna – e che mi sta particolarmente a cuore. In sede Anci abbiamo già avuto modo di affrontarlo per proporre al Governo l’attivazione di servizi che siano di sostegno concreto alle famiglie, come gli asili nido gratis per tutti». Alle sue parole hanno fatto eco quelle dell’assessore al Welfare Lea Vergatti, la quale ha sottolineato e raccontato l’impegno in materia sul territorio da parte dell’Amministrazione comunale.
L’argomento è stato sviscerato nella sua relazione da Lodovica Carli, ginecologa e presidente del Forum delle associazioni familiari di Puglia. «Il rapporto Istat “Natalità e fecondità della popolazione residente anno 2018”, pubblicato proprio in questi giorni, ci dice che continuano a diminuire i nati. Nel 2018 sono stati iscritti in anagrafe per nascita 439.747 bambini, oltre 18mila in meno rispetto al 2017. Una tendenza negativa che non evidenzia segnali di inversione: nell’arco degli ultimi dieci anni le nascite sono diminuite di 136.912 unità, quasi un quarto (il 24% in meno) rispetto al 2008 – ha detto -. A questo dato generale, in Puglia si aggiunge quello legato alle migrazioni: dal 2002 al 2017 sono andati via dal Mezzogiorno oltre due milioni di persone, di cui 132.187 nel solo 2017. Il saldo al netto dei rientri è negativo per 852mila unità. In pratica, esportiamo cervelli e aspiranti mamma e papà. È questo il vero problema».
Tre le cause principali: motivi biomedici, motivi socio-culturali e la mancanza di politiche familiari strutturali,
«La famiglia non ha bisogno di mance, di bonus o di interventi assistenzialisti che generano solo uno spreco di risorse – ha sottolineato la dottoressa Carli -. Piuttosto ha bisogno di politiche trasversali che la mettano al centro, rendendola obiettivo di ogni azione. È quanto abbiamo cercato di fare chiedendo – e ottenendo – il voto favorevole dell’intero Consiglio regionale per la 1° Conferenza di Politiche familiari della Regione Puglia, che proprio un anno fa abbiamo vissuto a Bari in Fiera del Levante.
Noi, come Forum, chiediamo con forza che la famiglia abbia il giusto riconoscimento e che vengano stanziate risorse tali da invertire questa tendenza negativa. In caso contrario, a breve, le nostre città saranno popolate da anziani, mentre i nostri giovani continueranno a emigrare e per assurdo non avremo uomini e donne in età da lavoro che possano garantire il nostro sistema di sostegno familiare».
Quello di martedì è stato solo il primo di una serie di incontri che vedrà alternarsi diversi professionisti per affrontare temi importanti quali la genitorialità, il sostegno alla natalità, le politiche attive per la famiglia e il rafforzamento della rete di coesione sociale, come ha spiegato la coordinatrice pedagogica di GEC Giustina Colella. «Il progetto – ha spiegato – è stato finanziato dall’assessorato al Welfare della Regione Puglia ed è realizzato da una rete di 9 associazioni aderenti al Forum delle Famiglie di Puglia. Ha avuto avvio a ottobre scorso e già conta all’attivo più di 30 incontri su tutto il territorio regionale. È un percorso ambizioso che il Forum delle associazioni familiari di Puglia intende perseguire con tenacia».