«La pandemia per le donne non è stata certo una passeggiata, se da una parte ci ha consentito di rimanere a casa con i nostri cari e di restituire alle relazioni la giusta centralità, dall’altra ci ha fatto percepire quanto faccia la differenza l’esserci o il non esserci nel prenderci cura dei nostri figli e dei nostri cari. Ci siamo prese cura dei nostri figli rimasti a casa per la pandemia e degli anziani genitori. Un lavoro intenso che ci ha costrette a fare le equilibriste e i tripli salti mortali per organizzare il tempo e gli spazi domestici in questa fase di lunga emergenza sanitaria. Sempre in bilico tra trovare il tempo per lavorare e quello per seguire i figli nelle attività didattiche, farli giocare, e animare le loro giornate; non far mancare spesa e compagnia ai nonni. Se si è fortunate condividendo il peso con compagni di vita collaborativi, altre volte da sole senza nessun aiuto.
Malgrado lo smartworking, molte donne hanno dovuto ritirarsi dal lavoro per poter gestire meglio la situazione. Un lavoro non retribuito, il nostro, che ha un valore in realtà neanche quantificabile in termini economici, non perché sia basso, ma perché immensamente alto. Abbiamo provato più volte come Forum a chiedere alle istituzioni di provare a quantificare, in termini di PIL, il reddito che produrrebbe il lavoro di una madre. Tra servizi di assistenza bambini, servizi ristorazione, lavanderia e pulizie varie, spesa…siamo sicuri che il Pil Italiano raggiungerebbe livelli altissimi. Fa riflettere come già dagli Stati Uniti sia partito – portavoce Charlize Theron – un “Piano Marshall per le mamme”, con riferimento al celebre piano per la ripresa europea implementato per favorire la ricostruzione dopo la Seconda Guerra Mondiale, di cui si fanno portavoce note imprenditrici, attiviste e celebrità. Da alcune ricerche emerge infatti che negli Usa oltre due milioni di donne hanno perso il loro impiego tra febbraio e ottobre 2020, e altri milioni di mamme sono state costrette a ridurre le ore lavorative o a fare orari impossibili per dedicarsi alla cura dei figli rimasti a casa da scuola.
Anche in Italia i dati ISTAT mostrano una situazione difficile per le donne, soprattutto se mamme. Il 55,9% delle lavoratrici, infatti, ha perso il lavoro in seguito alla pandemia. Il problema riguarda soprattutto chi è titolare di contratto a tempo determinato, con conseguenze facilmente immaginabili sulla serenità delle madri e delle famiglie. Un piano dunque che chiede investimenti a supporto di una enorme fetta di popolazione che svolge un lavoro non retribuito. La storia recente ci rimanda un aspetto importante delle donne, che in questi anni era stato sottinteso o volutamente occultato: la nostra attitudine a prenderci cura della vita e dell’umano, la nostra attenzione ai figli e ai genitori quando anziani. Attitudine che vogliamo ribadire ed essere riconosciuta e adeguatamente valorizzata perché altrimenti non si accetta che una dimensione irrinunciabile del femminile è la maternità.
Auspichiamo che questa istanza venga presto fatta propria anche in Europa e soprattutto in Italia, senza il timore di pensare di svalutare il ruolo della donna».
DonneXDonne Forum delle Associazioni Familiari