Di seguito vi proponiamo il contributo predisposto dal Forum delle associazioni familiari di Puglia e illustrato nel corso del convegno tenutosi in Fiera del Levante il 1° marzo 2019, che ha tracciato il bilancio del ReD a due anni dall’avvio.

0. Premessa
La filiera delle politiche familiari comprendono tre ambiti:
 politiche strutturali a favore della famiglia, orientate a garantire le condizioni di “benessere/agio” delle famiglie, oltre ad una capacità di progettazione di mediolungo periodo e non, come spesso oggi accade, di brevissimo periodo (scuola, sicurezza, società, salute);
 politiche di contrasto al disagio familiare (inclusione sociale, povertà, vulnerabilità sociale, ecc.), in una ottica di integrazione territoriale socio-assistenziale;
 politiche orientate a contrastare le situazioni patologiche (sanità, sanità territoriale) in una ottica di integrazione socio-sanitaria.
La questione povertà familiare costituisce, quindi, un settore nell’ambito delle politiche di contrasto del disagio.

1. Quando una famiglia, una persona è in povertà assoluta
Per definire le famiglie e le persone in povertà assoluta, l’ISTAT individua una soglia di povertà assoluta che si modifica annualmente.
La soglia di povertà assoluta rappresenta il valore monetario, a prezzi correnti, del paniere di beni e servizi considerati essenziali per ciascuna famiglia, definita in base all’età dei componenti, alla ripartizione geografica e alla tipologia del comune di residenza.
Una famiglia è assolutamente povera se sostiene una spesa mensile per consumi pari o inferiore a tale valore monetario.
La soglia di povertà assoluta varia per tipologia di centro urbano.

ESEMPI DI SOGLIA MONETARIA MENSILE DI POVERTA’ ASSOLUTA CHE SI PUO’ STIMARE IN PUGLIA nel 2014
N. componenti                          Città metropolitana        Piccolo comune
2 componenti adulti                      882                                           816
2 componenti anziani                   830                                           763
5 componenti con tre minori      1.523                                        1.426
6 componenti con 4 minori        1.617                                         1.511
(Stima su dati Istat)

I nuclei familiari che hanno un reddito che non consente di poter acquistare questo paniere di beni sono al di sotto della soglia della povertà assoluta.
L’incidenza è maggiore nella periferia della città metropolitane e con più di 50.000 abitanti.

2. Chi sono i soggetti in povertà assoluta
Secondo gli ultimi dati disponibili (2017) la povertà assoluta nel Mezzogiorno riguarda prevalentemente le seguenti tipologie:
• Famiglie con 3 e più figli (23,6%),
• Le famiglie monogenitoriali con due e più figli
• Famiglie di soli stranieri (42,6%)
• Famiglie con capofamiglia disoccupato (circa il 22%);

3. La situazione delle Famiglie
Le famiglie sono costituite da 450 mila persone sole, per più della metà con oltre 60 anni, e da 1.166.000 nuclei familiari. I nuclei familiari con 3 e più figli ammontano a circa 90mila nel 2017 (7,8%) del totale dei nuclei familiari (al netto di quelle unipersonali), ma rappresentano il 30% del totale dei figli. Di questi le famiglie monogenitoriali sono circa 10.300 (circa il 6,7%% del totale delle famiglie monogenitoriali), di cui l’84% hanno la
donna come capofamiglia.

4. Risultati REI
In base all’ultimo rapporto INPS sull’utilizzo del REI Nel corso del 2018 sono stati erogati benefici economici a 462 mila nuclei familiari coinvolgendo 1,3 milioni di persone (68% dell’importo erogato e il 71% delle persone coinvolte).
I nuclei con minori sono 243 mila: essi rappresentano il 53% dei nuclei beneficiari e coprono il 71% delle persone interessate. La classe modale dei nuclei con minori è quella con quattro componenti, che rappresenta il 32% del totale. I nuclei con disabili sono 82mila e rappresentano il 18% dei nuclei beneficiari, coprendo il 17% delle persone
interessate. La classe modale dei nuclei con disabili è quella con un solo componente, che rappresenta il 28% del totale.
Il numero dei percettori del REI in Puglia nel 2018 ammontano 35.712 nuclei familiari, 99.005 persone coinvolte, con un importo medio mensile di 293 euro.
RDC si stima riesca a coprire il 7,7% dei nuclei familiari, circa 120.000 nuclei familiari.

5. Punti di criticità del reddito di cittadinanza.
I requisiti penalizzano le famiglie con tre e più figli e soprattutto quelle con figli minori, proprio quelle che registrano il maggior tasso di povertà assoluta e rappresentano per la strana scala di equivalenza adottata sia nella fase di accesso ai benefici, sia nell’ammontare che non consente di raggiungere la linea di povertà assoluta.
Nel caso della scala di equivalenza ISEE, ad esempio, un nucleo con tre minori dovrebbe disporre di risorse pari a 3,17 volte quelle di un monocomponente per disporre del medesimo livello di benessere economico.
Inoltre è in queste famiglie che si concentra il maggior tasso di povertà educativa dei
minori. Qualche miglioramento c’è per le famiglie con disabili. Ma riteniamo insufficienti i
progressi fatti, atteso che molte famiglie si impoveriscono o addirittura rinunciano alle
cure sanitarie (per chi è già povero), se qualcuno si ammala seriamente.

Le famiglie di immigrati con le ulteriori restrizioni apportate in Commissione Permanente del Senato per accertare la situazione economica e patrimoniale soprattutto per i residenti extra UE.
Dal RDC sono escluse le famiglie di immigrati extra-comunitari con permesso di soggiorno, se residenti in Italia da  meno di dieci anni, e tutte quelle (composte anche di soli italiani) che non hanno vissuto in Italia continuativamente negli ultimi due anni.

I senza fissa dimora
A fronte di un aumento significativo delle soglie di selettività, sono previste forme di condizionalità più stringenti, con particolare riguardo al vincolo dell’accettazione delle offerte di lavoro.
Si stima che RDC possa coprire circa il 75% dei nuclei familiari in povertà assoluta.

Il beneficio economico medio per una famiglia di cinque componenti è di 1.864 euro/anno a fronte di 3.423 euro/anno per una persona singola.

6. Come intervenire con il reddito di dignità
Deve essere chiaro che la presa incarico è il nucleo familiare in povertà assoluta come elemento prioritario.
Infatti, il nucleo familiare è il riferimento idoneo per valutare le condizioni economiche della persona e rappresenta il quadro di contesto imprescindibile nel quale collocare l’approfondimento della sua situazione sociale e relazionale.
Se la famiglia consente di individuare il contesto, l’utente dei percorsi di inclusione è la singola persona componente della famiglia, con i propri fabbisogni personali e relazionali.
Pertanto, all’interno della famiglia in condizioni di povertà assoluta, ci sono fabbisogni per le diverse persone che la compongono e quindi la individuazione di percorsi personalizzati definiti attraverso un patto individuale tra i diversi componenti della famiglia e le istituzioni pubbliche competenti.

Punti di forza e debolezza
Punto di forza la presa in carico dell’intero nucleo familiare
Punto di debolezza la carenza di posti di lavoro offerti e di servizi da offrire alternativi al lavoro

Da una rapida indagine autonoma presso le associazioni del Forum presenti sul territorio e quella che rappresento come Famiglie Numerose:
a. La misura REI/RED è stata accolta favorevolmente dalle famiglie e da quelle numerose in particolare che finalmente hanno avuto un piccolo riconoscimento a livello economico e laddove hanno saputo giocarsi la carta del tirocinio lavorativo hanno anche ritrovato una certa dignità soprattutto nel caso di donne e giovani figli (che hanno potuto anche arricchire il loro curriculum). Gli uomini hanno manifestato maggiore resistenza e delusione (rinunciando all’offerta di lavoro in alcuni casi) in quanto spesso ciò che guadagnavano in modo poco formalizzato
anche stagionalmente superava il “misero” contributo.
b. Alcuni Comuni hanno pubblicizzato l’iniziativa con incontri pubblici aperti ai cittadini altri hanno lasciato ai patronati/CAF, che pure hanno avuto un ruolo importante, la pubblicizzazione dell’iniziativa.
c. Le risorse umane nei Comuni, del tutto inadeguate numericamente all’inizio, sono via via aumentate e si sono formate sul campo, anche in questo caso va considerato che alcuni Comuni da poco hanno potuto assumere con inevitabili ripercussioni sulla presa in carico dei nuclei beneficiari. Anche in questo caso non si è avuto il tempo di far rodare l’organizzazione che ora si cambia…
d. Per quanto riguarda la misura, sicuramente il doppio binario SIA prima REI dopo, accompagnato dal RED ha complicato non poco, anche se ha ampliato la platea dei destinatari. Mettiamoci nei panni di una famiglia multiproblematica (la maggior parte dei richiedenti) che non coglie queste sottigliezze e che si è sentita sballottolata tra Caf, Comune, Regione ed INPS.
e. Purtroppo questa confusione e l’idea elaborata da molti di venire presi in giro, ha anche fatto registrare casi di aggressione e di toni violenti ed esasperati nei confronti di tutti gli operatori coinvolti.confronti di tutti gli operatori coinvolti.
f. La presa in carico dell’intero nucleo familiare, punto di forza della misura, non è stata ben intesa. C’è voluto del tempo perché il soggetto richiedente capisse che era coinvolta tutta la famiglia nel progetto ed ora che si è capito meglio il il meccanismo, tutto sarà rimesso in discussione
g. Partendo dal presupposto che i posti di tirocinio o i percorsi formativi sono stati minimi rispetto alla platea di richiedenti, alcuni Comuni hanno cercato di attivare gli altri servizi “obbligando” a riprendere la scuola (figli inadempienti), a far frequentare il nido, il centro polivalente con sostegno scolastico…. Purtroppo l’offerta dei servizi si è mostrata carente, in particolare sarebbero stati necessari più centri socio educativi con sostegno scolastico, assistenza domiciliare, asili nido, servizi per contrastare la povertà educativa dei minori. Diversi hanno
percepito solo il sussidio.
h. Laddove si è potuto orientare le famiglie richiedenti si è cercato di far fare la domanda ad un figlio/a maggiorenne maggiormente scolarizzato, più facilmente collocabile in un tirocinio o corso di formazione.
i. Purtroppo pochissimi sono stati i tirocini trasformatisi in contratti di lavoro perché la maggior parte dei progetti sono stati di enti pubblici, pochi sono stati i privati.

Alcuni Comuni nella fase di attuazione dei servizi rivolti ai beneficiari del RED e del SIA (misura successivamente sostituita dal REI) hanno cercato di strutturare diverse fasi di seguito semplificate:
1. pre assessment, servizio erogato dagli operatori del servizio di segretariato sociale dei vari municipi;
2. assessment e Piano individualizzato, servizio erogato dall’equipe multidisciplinare costituita oltre che dagli assistenti sociali del Comune anche da esperti di orientamento al lavoro;
3. attivazione dei percorsi di inclusione.

I tentativi dei Comuni di assumere una presa in carico complessiva dei bisogni dei beneficiari è apprezzabile, ma la quantità numerica dei richiedenti , una certa complessità amministrativa della gestione che già in passato ha rallentato l’avvio delle attività , unita ad alcuni tentativi di una parte della platea di aggirare lo spirito delle politiche di contrasto alle povertà spingendole verso dinamiche assistenzialistiche, ha reso l’attuazione del SIA , del RED e del REI fino ad oggi e del reddito di cittadinanza dal 6 marzo un’attività particolarmente complessa.
Quali sono state le interconnessioni e gli scambio di informazioni tra i servizi per il lavoro e le opportunità offerte da misure di intervento quali Garanzia Giovani, Nidi, PIN.
Quali interconnessioni sono state attivate tra i beneficiati della misura RED e i servizi di contrasto: alla dispersione scolastica, alla formazione professionale finalizzata, a progetti di istruzione e formazione professionale per ragazzi problematici tra 13 e 15 anni che non vanno e non vogliono più andare a scuola nei percorsi tradizionali. Questi sono
presenti soprattutto nei quartieri difficili delle grandi città pugliesi.

7. Proposte operative
Data la rilevanza dei nuclei familiari con almeno tre figli minori (in coppia, anche ambedue stranieri e monogenitoriali) in situazione di povertà assoluta, tenuto conto della scarsa copertura individuata dal Reddito di Cittadinanza sia per i criteri di accesso sia del beneficio medio in base alle penalizzanti scale di equivalenza adottate, si propone di focalizzare l’attenzione su questa tipologia di nuclei familiari:
a. aumentare l’ISEE almeno fino a 25.000 euro, un ISRE almeno superiore a 10.000 euro
b. modificare la scala di equivalenza attraverso il correttore del Fattore Famiglia;
c. aumentare il beneficio economico almeno a 600 euro mensili.
Per i nuclei familiari con almeno tre figli:
a. aumentare l’ISEE almeno fino a 15.000 euro, un ISRE almeno superiore a 6.000 euro
b. modificare la scala di equivalenza attraverso il correttore del Fattore Famiglia (in
allegato);
c. aumentare il beneficio economico almeno a 500 euro mensili.

Nuclei familiari con componente non autosufficiente che non rientrano nei criteri di accesso agli assegni di cura. Anche in questo caso è necessario calibrare la misura in relazione ai carichi di cura per composizione e componenti del nucleo familiare.
L’altra categoria importante riguarda senza fissa dimora e le altre categorie speciali già individuate.
La novità del ReD è che al sussidio monetario si dovrebbe associare un sistema di servizi per le persone non attivabili per l’inserimento lavorativo.
Potenziare i Punti Unici di Accesso per aumentare la capacità di accesso.
Dare attuazione a quanto stabilito nella Legge Regionale n.3/2016 riguarda alla predisposizione e l’accesso ai servizi, atteso che buona parte della platea di riferimento non è attivabile in percorsi di tirocinio per l’inserimento lavorativo: educativi per minori, formazione professionale per i minori tra 13 e 16 anni che non vanno più a scuola ma che possono essere recuperati attraverso specifici percorsi di formazione professionale con progetti pilota nelle aree a maggior disagio delle grandi città della regione; una forte interconnessione tra i figli di beneficiari e gli strumenti messi a disposizione dal Programma di Garanzia giovani.
Nella legge si parla addirittura la promozione e la valorizzazione dell’abitazione del nucleo familiare beneficiario dell’intervento, iniziative di autocostruzione a esempio nell’ambito del patrimonio abitativo delle Agenzie regionali per la casa e l’abitare (ARCA), strumenti di micro-finanza e micro-credito sociale, con l’obiettivo di migliorare
la propria condizione abitativa, con l’affiancamento di imprese edili e artigiane impegnate nel settore.
Tutto ciò è molto avanzato, ma va realizzato, si tratta una strutturazione efficace tra la rete di servi di contrasto alla povertà sul territorio. In questo caso è necessario comprendere il fabbisogno delle famiglie in situazione di povertà assoluta che si è venuto delineando sul territorio dopo due anni di applicazione del RED, e della dimensione e
articolazione dell’offerta.

Non so se è sufficiente, per quanto indicato, il Piano Regionale di contrasto alla povertà approntato di recente. Se sarà necessario apportare delle integrazioni alla luce dell’introduzione del RdC e la cancellazione del ReI.
Con riferimento, ad esempio ad uno degli obbiettivi qualificanti della legge: Costruire percorsi personalizzati e integrati di sostegno economico, integrazione sociale e reinserimento socio-lavorativo di soggetti svantaggiati, credo che un ragionamento vada fatto con l’ARPAL. Se si prende in considerazione il nucleo familiare in povertà assoluta, con la presenza di minori, la presa in carico dovrebbe prevedere non solo percorsi di inserimento lavorativo, ma anche gli altri due aspetti che possono riguardare gli altri soggetti del nucleo familiare in povertà assoluta:
1. inserimento sociale;
2. contrasto alla povertà educativa dei minori;
3. servizi orientati all’inclusione sociale attivati in co-progettazione con gli organismi del terzo settore, al fine di superare la mera condizione di pura assistenza;
4. potenziamento delle professionalità che devono accompagnare il processo di strutturazione e diffusione sul territorio della rete dei servizi.
Va fatto un ragionamento sulle risorse e come orientarle per raggiungere i pochi obiettivi individuati. E’ chiaro che si tratta di scelte che vanno a completare ciò che il Reddito di Cittadinanza non copre, stando ai requisiti accesso: platea di riferimento e concentrazione delle risorse

8. In conclusione
E’ evidente che la strategia di contrasto alla povertà familiare richiede una revisione delle politiche e delle risorse destinate alle politiche sociali e alle politiche attive del lavoro.

Il ruolo della Regione è cruciale sotto un duplice profilo:
1. nel coordinamento, nel potenziamento e nel funzionamento del sistema dei servizi per il lavoro, pubblici e privati accreditati. Cruciale è la individuazione degli strumenti di valutazione e orientamento verso una professione. In questo ambito potrebbe essere utile adottare schemi standard di valutazione come il modello “AVO – dall’AutoValutazione dell’Occupabilità al progetto professionale”, messo a punto da INAPP.
E’ da tener presente che l’inclusione lavorativa potrà riguardare una quota ridotta dei  potenziali beneficiari, quelli realmente attivabili sul mercato del lavoro (intorno al 30% del totale dei beneficiari).
2. Nella programmazione dei servizi necessari all’attuazione del RdC nel proprio territorio e nella promozione di forme di collaborazione tra i diversi attori pubblici coinvolti nell’attuazione del RdC a livello territoriale (servizi sociali, CpI, istruzione, politiche abitative e salute) così come tra questi e le realtà associative e del terzo settore.
In questo ambito si pensi ai progetti di utilità sociale dei comuni adattati ai beneficiari in attesa di una proposta di lavoro (i progetti non debbono essere in alcun modo sostitutivi di attività retribuite svolte da altri attori).

Documento a cura del Forum Delle Associazioni familiari di Puglia
Presentato nel convegno del 1 marzo 2019 – Bilancio della misura RED a due anni dall’avvio.
Fiera del Levante – Sala Agora’

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