Lo scorso marzo, nel corso di un convegno, la Regione Puglia ha tracciato un bilancio dei primi due anni di ReD, il reddito di dignità. Nel suo intervento, il Forum delle famiglie di Puglia aveva evidenziato la necessità, fra le altre, di focalizzare l’attenzione sui nuclei familiari con tre o più figli minorenni a carico e su quelli con componenti non autosufficienti che non rientrano nei criteri di accesso agli assegni di cura.
Ora la Giunta regionale ha approvato la terza versione del Reddito di dignità, il cosiddetto ReD 3.0, misura di sostegno al reddito e di inclusione attiva che si rivolge a coloro che non abbiano i requisiti per accedere al Reddito di Cittadinanza o per i quali il Reddito di Cittadinanza non fornisce risposte adeguate.
Le modalità di accesso e di selezione dei beneficiari saranno dirette e semplici e, in presenza di specifiche situazioni di fragilità, avverranno “d’ufficio”. Per esempio nel caso di disabili adulti senza supporto familiare, di donne vittime di violenza e senza nucleo familiare di sostegno, di persone senza dimora o con dimora fittizia presso il comune e genitori senza dimora a seguito della separazione dal coniuge. In tutti questi casi, i Servizi Sociali professionali dei comuni pugliesi potranno attivare direttamente la procedura di accesso al ReD 3.0, contestualmente alla presa in carico per gli ulteriori bisogni manifestati.
Fra le altre tipologie per le quali è stato messo a punto il ReD 3.0 vi sono coloro che versano in condizione di grave fragilità economica e che non possono accedere al reddito di cittadinanza. Pertanto, a parità di Isee a 9.360 euro, potranno presentare in Puglia la domanda anche coloro che non hanno gli ultimi due anni continuativi di residenza in Italia (come gli immigrati regolarmente soggiornanti e gli italiani emigrati all’estero che rientrano dopo un periodo di lavoro o una vita trascorsa oltreoceano).
Grazie alle proposte del Forum, la Giunta regionale ha scelto di rendere più facile l’accesso al ReD per le famiglie numerose e con almeno tre figli minori che, per la scala di equivalenza utilizzata dalla legge e per le modalità di calcolo del beneficio, non avrebbero potuto accedere a reddito di cittadinanza o si sarebbero viste restituire importi molto bassi. Rientrano anche le famiglie al cui interno sia presente un disabile grave, quelle con cinque o più componenti e con almeno tre figli minori, con un Isee fino a 20mila euro.
Per tutti la possibilità di presentare domanda sarà attivata gradualmente tra maggio e luglio in relazione anche alla necessità, per alcuni, di attendere gli esiti corretti da parte dell’Inps sulle domande di Reddito di Cittadinanza respinte o accolte con importi irrisori.
La domanda si compilerà online e sarà necessario sottoscrivere un patto di inclusione per avere l’attivazione del beneficio economico. Il Reddito di Dignità, infatti resta una misura attiva e, dunque, tutti coloro che vi accedono dovranno svolgere un tirocinio oppure un lavoro a beneficio della propria comunità di riferimento.
Per quanto riguarda le modalità di erogazione del beneficio economico del ReD agli aventi diritto, non saranno più usate le carte acquisti ma si opterà per il pagamento diretto da parte della Regione per conto dei Comuni in favore dei cittadini tramite Iban o carta. Continuerà quindi proficuamente la collaborazione con la Direzione Regionale dell’Inps e con i Comuni per la gestione della piattaforma telematica per le verifiche dei requisiti di accesso, avvalendosi della cooperazione applicativa con la banca dati Isee di Inps.