Il Forum delle famiglie di Puglia prende atto con soddisfazione della definitiva bocciatura ieri in Consiglio regionale della proposta di legge Borraccino sulle “Norme in materia di concreta attuazione della legge 194/78”.
Fin dal principio del dibattito sul pdl avevamo infatti cercato di spiegare – numeri alla mano – che in Puglia non c’è difficoltà ad abortire, né i medici obiettori costituiscono un problema. C’è invece urgente necessità di attuare la parte preventiva della legge 194, che impegna Stato, Regione e Comuni a sostenere concretamente, in rete con servizi e associazioni dedicate, le donne che richiedono l’Ivg per diversi tipi di difficoltà e che invece sono lasciate drammaticamente sole.
Tutto ciò assume ulteriore urgenza in considerazione della drammatica crisi di natalità da cui è afflitta la Puglia, regione sempre più vecchia e con sempre meno bambini e giovani, con le inevitabili, pesantissime conseguenze i termini di sostenibilità del welfare e di sviluppo economico.
Avevamo rappresentato questi contenuti già nel giugno 2017 , in audizione davanti alla III commissione consiliare; l’hanno ribadito più volte insieme le nostre associazioni; l’hanno riaffermato con forza centinaia di amici e simpatizzanti attraverso una campagna social e mail, inondando le caselle di posta elettronica dei consiglieri regionali.
Ed è per questo che, ora più che mai, chiediamo a tutti gli schieramenti (come trasversale è stato il voto sulla pdl Borraccino) di riprendere un dialogo, basato sulla forza dei fatti, per
arrivare a proposte concrete che realizzino in Puglia quella tutela sociale della maternità giustamente individuata come obiettivo prioritario dalla legge 194.
Il monitoraggio delle cause che inducono la donna a chiedere l’Ivg e la messa in atto di politiche preventive; il rilancio dei consultori familiari e l’ offerta di alleanze fra servizi pubblici e di volontariato per accompagnare le donne in difficoltà che non intendono rinunciare alla loro gravidanza: sono solo alcune delle misure che possono da subito essere messe in campo.
Nessuna donna riconosce nell’aborto un diritto di libertà, ma piuttosto una cocente sconfitta, che dovremmo sentire come sconfitta di tutti. Liberiamo le donne dalla solitudine e dalla paura e lavoriamo insieme per restituire loro la libertà di diventare madri.