«In occasione dello sciopero degli operatori e strutture scolastiche indetto dalla Fism il Forum raccoglie e dà voce alla preoccupazione delle tante famiglie pugliesi con bambini piccoli – dichiara la presidente del Forum delle associazioni familiari Lodovica Carli – che a oggi, stando a quanto scritto dalla Regione sull’avviso pubblico per il buono educativo zero tre uscito lo scorso 24 agosto, potranno sapere se il proprio figlio sarà accolto dalla scuola da loro prescelta solo a chiusura del bando, il 15 settembre, data in cui usciranno le graduatorie del bando».
«Siamo preoccupati perché questo limita la libertà di scelta dei genitori della struttura educativa per il loro figlio, in questo modo potrebbe venir meno anche la possibilità per una famiglia di portare il loro figlio piccolo nella stessa scuola del primo facilitando così la continuità educativa e la sostenibilità della conciliazione famiglia lavoro».
«Ricordiamo l’importanza degli asili nido, delle scuole dell’infanzia, in quanto strumento fondamentale di socializzazione per i bambini e di conciliazione famiglia –lavoro per le tante madri e padri lavoratori. Il Forum auspica un confronto sereno e approfondito tra le famiglie, i gestori dei servizi e la Regione Puglia che possa permettere di giungere al più presto ad una soluzione condivisa».
Carli: «Usare i social per imparare a relazionarsi è fondamentale»
Iperconnessione, rifugio nei social media, liquidità delle relazioni appartenenti alla vita reale: di queste problematiche moderne Bruno Mastroianni ha discusso durante la lezione «Affettività e social media», parte del corso per docenti e insegnati «L’educazione in cerca d’autore» promosso dal Forum regionale delle Famiglie di Puglia, da Uciim Puglia e dell’Arcidiocesi di Bari e Bitonto allo scopo di insegnare ai loro corsisti come coltivare per se stessi e per gli altri rapporti sani e duraturi.
L’incontro è stato introdotto dalla presidente del Forum delle associazioni familiari di Puglia Maria Lodovica Carli che ha presentato al pubblico l’esperto, erano presenti in sala numerosi insegnanti, genitori e curiosi desiderosi di accrescere il loro sapere.
Dopo l’introduzione il relatore ha iniziato la lezione frontale con il pubblico: «Per millenni le parole della relazione, specialmente quelle amorose, hanno avuto la caratteristica di essere pronunciate in momenti unici e irripetibili senza poter essere archiviate e riprodotte. Nel digitale invece la parola non è più unica bensì è riproducibile non più nel contesto specifico e si può archiviare. Questi fattori incidono su livello qualitativo presente nel messaggio, in più in assenza del corpo la relazione non funziona perché corpo è elemento fondamentale».
«Questo è lo scopo della lezione: imparare a capire in quale contesto sia meglio usare le relazioni in presenza, e quindi il medium che possa privilegiare il tipo di comunicazione e relazione che viviamo – ha continuato Mastroianni -. Per fare questo diventa fondamentale la scelta delle parole quanto quelle degli impliciti. I non detti sono necessari, ma sono tipici della comunicazione dal vivo, nel digitale non si capiscono, vanno per questo filtrati e controllati».
«Il cittadino digitale odierno è sempre connesso, quindi si ritrova in mezzo a litigi altrui o suoi – ha affermato il relatore -. Ebbene è importante imparare come gestire situazioni di conflitto, a distinguere quando una differenza linguistica o di sensibilità compromette la comunicazione e come gestirla, come trasformare un litigio e ripararlo».
Alla lezione frontale è seguito il laboratorio, momento in cui il docente ha voluto fornire ai corsisti un prontuario d’uso con tutte le informazioni necessarie per dipanarsi nel mondo moderno e mettere i presenti nella condizione di ragionare e acquisire delle abilità necessarie per il miglioramento di se stessi: «L’educazione è un momento pratico della vita che ci spiega come affrontare le sfide di tutti i giorni», ha concluso Mastroianni.
«Ringrazio Bruno Mastroianni, grande esperto di comunicazione, che ci ha condotto attraverso le complesse strade che i social aprono a chi ne fa uso – ha dichiarato a lezione finita la presidente Carli -. Strumento fondamentale per la comunicazione moderna, i social aprono però la strada a tanti pericoli a cominciare dalla radicalizzazione di tante posizioni. Usare i social per imparare a relazionarsi è fondamentale per costruire una educazione efficace».
Il Forum delle associazioni familiari è una associazione italiana di orientamento cattolico a carattere nazionale e con sedi regionali che porta avanti la promozione di politiche familiari secondo quanto indicato dalla Carta dei diritti della famiglia siglata dalla Santa Sede nel 1983. Esso nasce nel 1992 con lo scopo di portare alla luce della discussione politica italiana la famiglia come soggetto sociale.
Bruno Mastroianni, giornalista e filosofo, è nato a Roma il 12 settembre 1979 e tiene dei corsi sull’etica della comunicazione digitale per aziende, organizzazioni no profit, corsi e master di vari atenei italiani. Insegna inoltre comunicazione presso l’università Uninettuno e collabora con il dipartimento di Filosofia dell’università di Perugia, ed è anche consulente per i social media di Rai 1 e Rai 3.
Incurvati: «Per docenti e genitori parlare coi giovani è possibile»
Imparare come insegnare ai giovani la sessualità: è il fulcro della lezione avvenuta oggi e tenuta dalla psicologa e presidente del «Progetto Pioneer» Miriam Incurvati insieme allo psicoterapeuta Gabriele Di Marco che sono stati ospiti e relatori del corso per docenti e insegnati «L’educazione in cerca d’autore» promosso dal Forum regionale delle Famiglie di Puglia, da Uciim Puglia e dell’Arcidiocesi di Bari e Bitonto per insegnare come relazionarsi alle nuove generazioni.
L’incontro
è stato introdotto dalla docente e responsabile della commissione scuola del
Forum Maria Altieri che ha presentato al pubblico i due esperti, erano presenti
in sala numerosi insegnanti, genitori e anche semplici curiosi che desideravano
arricchire la loro cultura personale con le tematiche della giornata di studio
«Le domande di sempre, le risposte non date» in cui, tramite una metodologia
laboratoriale e la lezione frontale, si sono approfondite con un punto di vista
psicologico le modalità con cui si sviluppa una identità di genere.
«Il
ruolo della scuola in questi anni è di nuovo fortemente investito di domande e
responsabilità sull’identità dei giovani – ha spiegato ai presenti la psicologa
Incurvati -. Il docente vuole e deve essere preparato, conoscere il linguaggio
e il mondo dei giovani. Parlare di sessualità e affettività rispondendo alle
loro profonde domande sull’amore è possibile».
«Conoscere
le basi neurofisiologiche dell’amore, i compiti evolutivi dell’adolescente, la
profonda relazione esistente tra valori e comportamenti, tutto questo è molto
altro ci permette di entrare in una relazione di educazione affettivo
sessuale».
«L’epoca
postmoderna rivendica la possibilità dell’essere umano di vivere la propria
sessualità in modo creativo e sempre più libero – ha continuato la relatrice -.
Definire la dimensione sessuale nelle sue diverse componenti, risulta pertanto
necessario per orientarsi e comprendere la fluidità delle generazioni più
giovani».
«Nei
nostri incontri ci rendiamo conto che i giovani sono sempre più affamati di
senso, relazioni autentiche e sono curiosi e pieni di domande circa le
problematiche dell’identità e dell’affettività – ha concluso il collega Di
Marco -. La scuola è il campo privilegiato dove incontrarli e portare loro le
risposte che ci chiedono, per questo è fondamentale preparare genitori ed insegnanti
ad affrontare questo importante impegno».
Perla: «Il
racconto della relazione è costruzione del sé e strumento a disposizione delle
famiglie»
Educazione
nella narrazione: su questi binari si è mossa la lezione dal titolo: «La
relazione educativa» tenuta dalla professoressa e direttrice del dipartimento
di Scienze della Formazione dell’università di Bari Loredana Perla e avvenuta
nell’ambito del corso per docenti e insegnati «L’educazione in cerca d’autore»
promosso dal Forum regionale delle Famiglie di Puglia, da Uciim Puglia e
dell’Arcidiocesi di Bari e Bitonto.
Ha
presenziato all’incontro un nutrito seguito di docenti, insegnanti e curiosi
che sono stati coinvolti come uditori nella prima parte del corso durante cui è
stato svolto un approfondimento sul rapporto tra docente e allievo oltre che
sulle modalità in cui si costruisce l’identità della persona, in seguito i
presenti sono stati parte attiva nel secondo modulo del corso che è stato
dedicato ad attività laboratoriali.
«Tutte le
azioni educative sono di difficile definizione, comprese quelle messe in atto
dai genitori nella vita familiare – ha spiegato la dottoressa Perla nella parte
iniziale del corso -. Due dimensioni sono però costantemente presenti: la prima
è la relazione che avviene fra due o più soggetti nella quale uno si propone
quale obiettivo quello di guidare l’altro in un processo di cambiamento tramite
un percorso dialogico».
«L’altra
dimensione specifica dell’agire educativo è la tensione verso il cambiamento
che è la connotazione caratteristica del lavoro educativo che contribuisce a
fornire una identità all’esperienza formativa e all’insegnante che la incarna –
ha continuato Perla -. Qui l’atto del narrare diventa
un raccontare se stessi oltre che una dimensione in cui ci si muove alla
ricerca di quelle parole che ci consentono di dare forma al proprio pensiero in
un lavoro che è inevitabilmente anche di ricostruzione di sé».
«Quindi se
la relazione è il territorio del confronto ne risulta che il vero agente del
processo di cambiamento è l’educatore stesso che nelle sue diverse vesti di
genitore, insegnante, educatore professionale che si mette in gioco all’interno
della relazione con l’educando cercando il modo per portarla là dove ritiene
opportuno portare l’altra persona».
«Per questo
motivo la relazione educativa diventa
il “dispositivo” ideale per costruire un ambiente produttivo dal punto
di vista della formazione oltre che lo strumento usato dal professionista
dell’educazione per far crescere l’allievo – ha concluso la docente -. Questo è
anche uno strumento a disposizione del genitore. Saper costruire una educazione
efficace è un obiettivo delle famiglie».
Giuliodori: «Non riduciamo l’esperienza di essere uomo e donna a una banalizzazione dei ruoli»
Si è conclusa «Affettività, sessualità e desiderio di felicità», la prima giornata del corso di formazione per educatori promosso dal Forum delle associazioni familiari di Puglia, da Uciim Puglia e dell’Arcidiocesi di Bari e Bitonto: «L’educazione in cerca d’autore» dedicata all’approfondimento della sessualità nel mondo di oggi e a come affrontare le difficoltà affettive più impegnative vissute dalle nuove generazioni.
All’incontro hanno preso parte cinquanta insegnanti
provenienti dalle scuole di Bari e provincia, hanno introdotto la lezione i
saluti dell’arcivescovo di Bari monsignor Giuseppe Satriano: «Troppe volte assistiamo alla
deflagrazione di esistenze schiacciate dal peso di una libertà irresponsabile,
se si parla di sentimenti e di educazione alla sessualità questo vale ancora di
più. Citando Umberto Galimberti: “Gli impulsi sono fisiologici, biologici e
naturali. Il passo successivo è passare da impulsi ad emozioni”. Il sentimento
è una forma evoluta che non è solo una faccenda emotiva ma anche cognitiva»
Il contributo di
monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico dell’università Cattolica del Sacro Cuore,
è stato il primo della giornata di
studio dove sono state fornite ai docenti le basi filosofiche e teologiche per
approfondire le dinamiche dell’affettività umana: «I credenti sono accusati di
fare affermazioni di principio seguendo i loro valori e senza dare peso alla
scienza e alla verità delle cose. È fondamentale quindi che ci vestiamo di
autorevolezza, ci diamo un linguaggio preciso riconoscendo quali sono le
questioni da affrontare con onestà. Il
concetto di ragione viene però confuso dai nostri accusatori con l’idea dell’individualità
che interpreta il sentire e il vissuto in chiave individualista. L’uomo diventa
solo nei suoi desideri finché non ha qualcuno in cui rispecchiarsi, l’altro. Il
primo altro che abbiamo conosciuto nell’istante in cui nasciamo è la donna.
Maschile e femminile sussistono quindi uno nell’altro, e con la scoperta dell’amore
si percepisce il mistero di Dio che si manifesta nella fecondità umana».
«Essere uomo ed
essere donna non può quindi ridursi a una banalizzazione dei ruoli, sono invece
due esseri complementari e diversi – ha continuato monsignor Giuliodori -. Oggi
è sempre più importante garantire che la scoperta dell’altro avvenga nel
rispetto della singola diversità. La cultura moderna uccide l’incontro con la
peculiarità della persona confondendo la scoperta dell’amore e della felicità
con il soddisfacimento dei desideri dell’io. L’amore non deve essere confuso con l’esperienza casuale della
sperimentazione sessuale che privilegia i desideri, l’amore deve avere
caratteristica di reciprocità, dono, eternità. Noi siamo abbandonati alla solitudine del desiderio ed il principale problema
che si viene a verificare è destrutturazione della persona, il covid ha
facilitato questo progresso negli ultimi due anni. La pandemia ha chiuso i
principali luoghi d’aggregazione di tutti, specialmente delle nuove
generazioni, siamo diventati incapaci di mettere insieme il vissuto comune per
formare la nostra identità».
Il
contributo della professoressa dell’università Cattolica del Sacro Cuore Maria
Luisa Di Pietro ha approfondito l’approccio dell’affettività da un punto di
vista scientifico: «Per molti l’adolescenza è quel periodo in cui si iniziano a
compiere delle scelte, non sono d’accordo, durante l’infanzia l’individuo vive
già questo. A sei anni la persona inizia il procedimento d’identificazione con il
genitore dello stesso sesso, segue il momento della pubertà che nella bambina avviene
attorno ai 12 anni mentre nel maschio termina più tardi e continua a durare
fino ai 21 anni d’età. Con la menopausa
c’è la fine fertilità nella donna, e lì nasce la sua fertilità spirituale. In
questa epoca dove nascono meno figli si può trascende i limiti biologici
imposti dalla menopausa sperimentando la fecondità in modi diversi che passano
dall’adozione, alla cura, al sostegno. La biologia identifica specificità del
femminile, ma è possibile andare oltre scoprendo nuove forme di femminilità e
fertilità. Il corpo è sempre un corpo personale, ci dice tutto della persona.
Possiamo sapere tutto della storia della donna e della sua capacità di
accogliere e assistere il prossimo».
Bari, 13
gennaio 2023 – Dall’uso corretto dei social media agli strumenti per facilitare
il lavoro educativo con i giovani: si occuperà di questo il corso per docenti e
insegnati: «L’educazione in cerca d’autore» promosso dal Forum regionale delle
Famiglie di Puglia, da Uciim Puglia e dell’Arcidiocesi di Bari e Bitonto per
favorire e supportare la formazione continua di chi insegna l’educazione
sessuale nelle scuole.
Intenzione
delle lezioni è quello di fornire ai partecipanti le metodologie e i linguaggi per
favorire il dialogo con le nuove generazioni su tematiche come affettività, sessualità,
amore. I corsisti utilizzeranno la metodologia narrativa ed autobiografica per
riflettere sui contenuti proposti e per rielaborare possibili approcci da
utilizzare successivamente nella pratica educativa. Gli incontri si terranno dalle
ore 15:45 alle ore 19:00 a Bari presso la biblioteca Gaetano Ricchetti sita in
via Sparano 145.
Si comincia
sabato 14 gennaio con: «Affettività, sessualità e desiderio di felicità»,
incontro che vede nel ruolo di relatori l’assistente ecclesiastico
dell’università Cattolica del Sacro Cuore monsignor Claudio Giuliodori e la
direttrice del Centro di studi procreativi dell’università Cattolica del Sacro
Cuore Maria Luisa Di Pietro, la giornata d’approfondimento sarà dedicata all’educazione
all’affettività come viene intesa oggi e alle difficoltà maggiori che gli
adolescenti affrontano.
Segue l’incontro
di sabato 28 gennaio moderato dalla professoressa e direttrice del dipartimento
di Scienze della Formazione dell’università di Bari Loredana Perla: «La
relazione educativa», durante la giornata la docente si occuperà della
relazione educativa approfondendo le modalità con cui si instaura il rapporto
tra docente e allievo affrontando i temi dell’identità e della sessualità.
L’appuntamento
di sabato 11 febbraio ha come relatore la presidente del «Progetto Pioneer» Miriam
Incurvati che illustra: «Le domande di sempre, le risposte non date», dove vengono
affrontate dal punto di vista psicologico le modalità di sviluppo di una
identità di genere e le difficoltà che possono vivere le nuove generazioni.
Proseguono
gli incontri sabato 25 febbraio, il medico specialista in Ostetricia e
Ginecologia e presidente del Forum delle associazioni familiari di Puglia
Lodovica Carli conduce: «Educare l’amore umano»
durante cui spiega le modalità con cui oggi si propone l’educazione sessuale ai
giovani nelle scuole per mettere in evidenza la sua reale efficacia per
rispondere alle problematiche dei ragazzi.
L’11 marzo la
lezione del filosofo, giornalista e scrittore Bruno Mastroianni che tratta il
tema «Affettività e social media» e discuterà di come il ragazzo può utilizzare
i social media per trarre informazioni legate all’educazione sessuale, e come
vanno utilizzati i social media per fare divulgazione.
Infine
sabato 25 marzo la docente di Sociologia dell’Educazione presso l’università
degli Studi di Bari Angela Mongelli e il ricercatore presso l’Università
Cattolica del Sacro Cuore Raffaele Chiarulli espongono: «La cassetta degli
attrezzi del docente» parte finale del corso dove vengono forniti gli strumenti
mediatici e digitali per facilitare il lavoro educativo con i ragazzi.
«Obiettivo del corso è formare e sostenere una rete di educatori
in grado di interagire con i ragazzi ed accompagnarli adeguatamente nel
percorso che porta all’acquisizione della loro identità personale di genere – assicura
Lodovica Carli, presidente del Forum di Puglia – e alla creazione di relazioni
affettive equilibrate. Lo stesso vale per l’esercizio della sessualità, troppo
spesso utilizzato dai ragazzi come mezzo di violenza estraneo da qualunque
ottica di rispetto ed affezione. Ci sembra questo un compito doveroso, per
questo faremo del nostro meglio per collaborare con le altre realtà che hanno i
nostri stessi obiettivi»