Progetto Accogli, lunedì 14 giugno online l’evento finale del percorso formativo

Dal lavoro alle opportunità per il Mezzogiorno.  Ecco alcuni dei punti che verranno affrontati durante L’amicizia generativa evento finale del progetto Accogli, percorso formativo elaborato dal Forum nazionale delle associazioni familiari e finanziato dal Ministero delle Politiche Sociali per avvicinare i ragazzi dai quattordici ai diciannove anni d’età al mondo del lavoro e far sviluppare loro competenze sulla cittadinanza attiva, che si terrà lunedì 14 giugno  alle ore 18:00  sulla piattaforma Zoom e che sarà raggiungibile tramite l’hyperlink https://zoom.us/j/95015996853?pwd=U0ZBaHlXVlgzSEZpd2c1VGpacUpwdz09.

Si comincia alle ore 18:00 con i saluti del presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e del lavoro e vescovo di Cerignola monsignor Luigi Renna e l’introduzione della vicepresidente nazionale del Forum delle associazioni familiari Emma Ciccarelli

Seguirà alle ore 18:30 l’intervento: Il lavoro in Puglia per i giovani e per le donne, condizioni per una ripresa della natalità tenuto dal vicepresidente regionale del Forum delle associazioni familiari della Puglia ed esperto di economia del lavoro Vincenzo Santandrea, si parlerà dell’incidenza di donne e giovani nel mercato del lavoro nel Mezzogiorno e nella Puglia. 

Alle ore 18:45 ci sarà il contributo della formatrice Emanuela Megli: L’amicizia generativa, la proposta emersa dal progetto Accogli in Puglia, dove verranno esposti i risultati raccolti dal lavoro fatto in comune con i ragazzi e i partecipanti dell’iniziativa.

Dalle ore 19:00 in poi saranno presentati due esempi di buone prassi, si comincia con il parroco della cattedrale di Brindisi don Mimmo Roma che tratterà: L’esperienza del progetto Policoro, programma che mette insieme giovani per creare nuove opportunità di lavoro partendo dal Sud Italia. Seguirà l’esperienza di Jacopo Mele, cofondatore del progetto Aurora Fellows, che presenterà: Una nuova opportunità per i giovani, il progetto Aurora.

«Il progetto Accogli ha offerto una occasione privilegiata per ripensare il futuro in termini di bene comune – ha dichiarato Emma Ciccarelli, vicepresidente nazionale del Forum delle associazioni familiari -. Nel tempo della pandemia ci ha spronati a lavorare insieme malgrado il distanziamento per dare risposte concrete ai bisogni reali».

«Con Accogli abbiamo cercato di delineare un itinerario di avvicinamento alle complesse questioni del lavoro, delle competenze, di come orientarsi nelle scelte sia scolastiche che di ulteriore specializzazione, – ha dichiarato Vincenzo Santandrea, vicepresidente regionale del Forum delle associazioni familiari della Puglia – si è parlato di imprenditorialità, si è offerta l’opportunità di incontrare esperienze e racconti di professionisti che operano nel mondo del lavoro. Questi nostri giovani ci danno molta speranza. Immaginano un mondo diverso da quello che gli abbiamo consegnato noi adulti, e speriamo che sia certamente più adeguato alle nuove esigenze di sostenibilità, vivibilità, dignità e benessere relazionale nei luoghi di lavoro».

Il Forum delle associazioni familiari è una associazione italiana di orientamento cattolico a carattere nazionale e con sedi regionali che propone la promozione di politiche familiari secondo quanto indicato dalla Carta dei diritti della famiglia siglata dalla Santa Sede nel 1983.  Esso nasce nel 1992 con lo scopo di portare alla luce della discussione politica italiana la famiglia come soggetto sociale. Ad oggi il Forum è composto da 47 associazioni e da 18 Forum regionali composti a loro volta da altri Forum locali e da un totale di 564 associazioni. Il Forum patrocina l’idea che la famiglia non sia un aspetto secondario della vita degli italiani, è in essa che si costruiscono i destini degli abitanti di questo Paese, ed è sempre in essa che si formano I cittadini di domani. Promuovere la famiglia significa far crescere la qualità della vita dell’intera società. 

Emanuela Megli è consulente di sviluppo organizzativo e amminstratore unico della M74Solution srl. Laureata con lode alla facoltà di Scienze della Formazione dell’università degli studi di Bari consegue il titolo di dottore di ricerca con una tesi sullo sviluppo organizzativo delle Pmi pugliesi. Perfeziona il percorso di studio nel 2001 con il master in Culture dell’impresa. Impegnata dal 2000 nella professione di formatrice professionale per lo sviluppo organizzativo e personale, attualmente lavora come libera professionista nella gestione di attività formative e autofinanziate, nonché in qualità di formatrice specializzata in comunicazione efficace. 

Jacopo Mele è stato nominato presidente della Fondazione Homo Ex Machina ed è stato invitato ad aderire alla Junior Board di Prioritalia, associazione che rappresenta cinquecentomila manager italiani. È stato docente ospite alla London school of economics, a Yale e all’università Bocconi, ed oratore Ted nel 2016 e nel 2018, discutendo temi come la fiducia per un’economia in crescita e la capacità umana di essere elemento di trasformazione. Nel 2016 la rivista Forbes l’ha selezionato come uno dei trenta europei più influenti sotto i 30 anni. È stato menzionato da Wired tra le cinquanta persone al mondo a cui prestare attenzione nel 2017. Nel 2018 Forbes lo ha incluso nuovamente tra i cento, sotto i 30 anni, leader del futuro, nella categoria enterprise technology.

Il Progetto Policoro è un progetto organico della Chiesa italiana che tenta di dare una risposta concreta al problema della disoccupazione in Italia. Policoro, città in Provincia di Matera, è il luogo dove si svolse il primo incontro il 14 dicembre del 1995 voluto da don Mario Operti. Attraverso il Progetto, si vuole affrontare il problema della disoccupazione giovanile, attivando iniziative di formazione a una nuova cultura del lavoro, promuovendo e sostenendo l’imprenditorialità giovanile in un’ottica di sussidiarietà, solidarietà e legalità, secondo i principi della Dottrina Sociale della Chiesa.

Servizi educativi, il 28 maggio la protesta degli operatori

Sono state vane le sollecitazioni, le segnalazioni, le riunioni, i suggerimenti che le Associazioni di categoria delle Strutture Educative per minori da mesi rivolgono all’Assessorato al Welfare per poter procedere alla regolare fatturazione dei voucher di conciliazione. Sono stati inutili anche gli appelli di migliaia di famiglie pugliesi. La Regione Puglia ha disatteso puntualmente tutti gli impegni assunti. L’Assessorato al Welfare e la Presidenza Regionale sono a conoscenza che, da mesi, migliaia di donne e di uomini che operano nei servizi educativi non percepiscono il loro giusto stipendio. Eppure, nessun atto di urgenza è stato previsto per addivenire a un’immediata soluzione del problema.

In un periodo di emergenza sanitaria e sociale, la tecnostruttura regionale, invece di approvare procedure più snelle e meno farraginose, ha acuito la burocrazia e le richieste di adempimenti a famiglie e gestori. Si parla di oltre 500 strutture educative come Asili Nido e Centri Socioeducativi che sono essenziali per la ripresa demografica, sociale ed economica del Paese e per l’incremento del lavoro femminile. I servizi educativi a gestione no profit in Puglia accolgono il 92% dei minori.

La Giunta Regionale ha anche approvato il documento per “la Strategia regionale per il contrasto alla povertà educativa”, ma in concreto sembra che l’Assessorato al Welfare lavori, con forte impegno, per chiudere centinaia di servizi educativi che accolgono circa 15mila minori.

Per tutte queste motivazioni la sezione regionale pugliese della Fism, la Federazione Italiana Scuole Materne e nidi proclama per venerdì 28 maggio 2021 lo stato di agitazione e indice una manifestazione pubblica di protesta, che si svolgerà davanti la Presidenza della Regione Puglia, dove i convenuti saranno pronti ad accogliere Michele Emiliano e l’Assessora al Welfare Rosa Barone. «Ci auguriamo – scrive in una nota il presidente Fabio Daniele – che il nostro Governatore voglia incontrare e guardare negli occhi centinaia di donne senza stipendio, disperate perché non possono soddisfare i loro bisogni primari. Ci auguriamo che il Presidente Emiliano voglia attivare le procedure di urgenza per dare risposte immediate a migliaia di operatrici e di famiglie pugliesi.

Proporremo al Presidente Emiliano di programmare insieme al mondo del no profit, affinché anche le donne pugliesi possano continuare a svolgere la loro attività lavorativa, assicurando ai loro figli di poter frequentare un asilo nido o un centro socioeducativo. Proporremo al Presidente Emiliano di non distruggere quanto costruito in 15 anni di lavoro in questo settore, e di attivare immediatamente ingenti risorse regionali e i fondi europei derivanti dal PNRR e dal POR 21/27. Ricordiamo che i fondi del PNRR e del POR 21/27 allocano centinaia di milioni di euro sulla coesione sociale per il raggiungimento di specifici obiettivi prioritari quali: il contrasto alla povertà educativa post-pandemia, l’incremento del lavoro femminile e la possibilità di avere servizi educativi per la conciliazione vita – lavoro».

DL Sostegni, il presidente De Palo: «Dimenticato ancora una volta il criterio della composizione familiare»

«Avevamo chiesto di tener conto della composizione del nucleo familiare nel modulare i provvedimenti di sostegno dell’omonimo decreto del Governo. Nel principio, purtroppo, nulla è cambiato rispetto a marzo 2020. Si continua a ragionare per categorie del lavoro: dipendenti, disoccupati, imprese, atipici, partite Iva. Bisognerebbe dare risposte serie alle famiglie, partendo dai carichi familiari»: così il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari, Gigi De Palo, dopo il varo del Dl Sostegni da parte del Governo Draghi.

«L’assenza di calibrazione in base ai componenti di ogni famiglia degli aiuti previsti dai provvedimenti contenuti nel decreto legge equivarrebbe a essersi dimenticati di tarare i ristori per le imprese in base alla grandezza e alle perdite di fatturato. Un’equivalenza che, nel caso delle famiglie con figli, genera disuguaglianza e quindi ingiustizia. Ora ci aspettiamo, per quanto possibile, che qualcosa venga modificato nella discussione parlamentare», conclude De Palo.

1 € a famiglia, il poco che fa tanto

1 euro a famiglia per aiutare migliaia di nuclei familiari messi in ginocchio dalle conseguenze economiche della pandemia di Covid-19: è l’iniziativa lanciata dalla Fondazione Forum Famiglie con una campagna web e social e un videoclip cui presta la voce e il volto la popolare attrice Beatrice Fazi.

La proposta prende il via dalla lettera aperta di un’operatrice sanitaria, che metteva a disposizione il compenso extra ricevuto per l’assistenza ai pazienti Covid con il fine di aiutare una o più famiglie in sofferenza economica temporanea. A questo messaggio, nel tempo, si sono aggiunte altre famiglie disposte a fornire un sostegno economico a nuclei in difficoltà. Da questo slancio nasce il Fondo Famiglie, un contenitore grazie al quale la Fondazione potrà raccogliere le donazioni dei benefattori, incrociandole con le richieste di aiuto.

#1euroafamiglia è una campagna nazionale di solidarietà inter-familiare che ha l’obiettivo di valorizzare il protagonismo delle famiglie italiane e la sussidiarietà orizzontale, in un momento delicato e difficile per tante mamme e papà che, prima della crisi generata dal coronavirus, riuscivano a mantenere i loro figli, a pagare le rate del mutuo, a onorare l’affitto mensile. Ma che negli ultimi mesi sono sprofondati sotto i colpi dei lockdown e delle restrizioni anti-contagio, perdendo in molti casi il lavoro e, con esso, tutte le certezze sul futuro.

Attraverso l’impegno minimo di un euro al mese, per un anno o un altro periodo a scelta di chi aderisce, si potrà dare risposta a migliaia di persone che vivono sulla loro pelle problemi economici di sussistenza mai sperimentati prima, dopo aver dato fondo a tutti i risparmi accumulati. #1euroafamiglia non si ferma all’aiuto economico, ma – attraverso una rete di consulenti familiari e associazioni specializzate – offre a chi ne avrà bisogno servizi di counseling per varie necessità familiari. Insomma: non solo soldi, ma una vera e propria rete di famiglie per le famiglie in grado di sostenersi a vicenda.

«Con #1euroafamiglia – spiega Gigi De Palo, presidente nazionale della Fondazione Forum Famiglie – abbiamo pensato di creare una sorta di “vaccino” contro le conseguenze economiche più gravi del Covid-19. Uno strumento concreto, di facile accesso e di rapida applicazione in grado di proteggere per un tempo congruo quei nuclei familiari, spesso con figli, che prima della pandemia riuscivano ad arrivare a fine mese, ma che oggi non sanno come andare avanti».

Centro dell’iniziativa è il sito web fondofamiglie.org, dove è possibile conoscere i dettagli su come donare e come chiedere aiuto. Accedendo, con pochi clic, ai canali di raccolta delle richieste e/o di disponibilità a diventare benefattori. A chi volesse donare, è richiesto l’impegno minimo di un euro al mese. Ovviamente, con 10, 100 o più euro sarà possibile moltiplicare in modo esponenziale l’effetto-sostegno. Con la garanzia che il 100% dei fondi raccolti verrà utilizzato per aiutare le famiglie in difficoltà.

Per chi si trova in condizioni di precarietà economica, sul sito web è possibile inviare la richiesta di sostegno, accedendo – in modo anonimo – a una rete di consulenza familiare e servizi di supporto. Un’apposita Commissione verificherà la rispondenza dei requisiti della famiglia richiedente, dandole accesso ai benefici del Fondo Famiglie e seguendone la situazione fino alla risoluzione della criticità. La Rete di supporto su cui poggia #1euroafamiglia è costituita da circa 300 consulenti familiari, che fanno riferimento a 596 associazioni, attive da anni sul territorio nazionale e a livello regionale e locale. Anche il Forum Puglia è in prima linea in questa iniziativa.

«Per 6 famiglie italiane su 10 – sottolinea De Palo – la crisi economica generata dalla pandemia è la peggiore di sempre. Rispetto al 2019 sono andati perduti 622 mila posti di lavoro, di cui 344 mila tra le donne. Questo in un Paese in cui la perdita del lavoro è la prima causa di povertà. Di fronte alle molteplici segnalazioni di situazioni problematiche a livello socio-economico e guardando alle previsioni, per la prossima primavera, della crisi nel mercato del lavoro, con conseguenze catastrofiche su centinaia di migliaia di famiglie, abbiamo deciso di non rassegnarci. Abbiamo raccolto l’idea contenuta nella lettera che ci ha inviato la dottoressa, provando a rispondere così al disagio di tanti nuclei familiari. Per cambiare la vita a tante persone, in fondo, basta #1euroafamiglia».

Donne e maternità, lavorare insieme per tutelarle. La nota del Forum Bat

«Non riteniamo di dover ulteriormente intervenire nel dibattito innescato dall’affissione, anche nella città di Andria, di un manifesto antiabortista, fermo restando che ogni forma di censura, da chiunque attuata, contro la libertà di manifestazione del pensiero, è certamente meritevole di biasimo e ogni atto di limitazione di tale libertà non può essere giustificata.

Intendiamo però approfittare dell’attenzione mediatica per ragionare su una questione ben più ampia – e sicuramente più profonda – di un cartellone pubblicitario, che riteniamo non possa essere ridotta a semplici slogan.

Sarebbe infatti auspicabile che, a più di 40 anni dalla sua approvazione, le istituzioni possano garantire l’applicazione integrale della legge 194, a partire dalla sua parte preventiva (articoli 2-5), purtroppo spesso ignorata. Ciò comporta che vengano abbandonate alla loro solitudine donne che chiedono di abortire per le difficoltà a portare a termine la loro gravidanza ma che, se debitamente aiutate, potrebbero realizzare il loro diritto a diventare madri. Sono tanti i problemi che una donna in attesa di un figlio incontra, e la scelta dolorosa di abortire genera spesso drammi che ci si porta dietro tutta la vita. Chi se ne preoccupa?

Le istituzioni, a partire da quelle comunali, devono occuparsi di tutti e non soltanto di una parte.

E allora perché non lavorare insieme per provare a rimuovere le tante cause che possono limitare anche in modo drammatico la libertà di una donna che vuole diventare madre? Perché non vengono messe in atto politiche reali di tutela della maternità anche e soprattutto nei posti di lavoro? Sono infatti molte le donne che abortiscono per tenersi stretto un posto di per sé già traballante, se – come ci dicono gli ultimi dati Istat – su 101mila nuovi disoccupati causati dalla pandemia in atto, 99mila sono donne. Il 98%.

E quante sono in difficoltà per la mancanza stessa di un’occupazione, di disponibilità economica, per una casa troppo piccola, per un partner violento o semplicemente non adeguato?

L’invito è dunque non alla contrapposizione ideologica, ma a un’alleanza tra istituzioni e associazionismo per la tutela delle donne e delle madri e per una concreta promozione dell’educazione dell’affettività e della sessualità di giovani e adulti».

Forum delle Associazioni Familiari Bat – Antonio Gorgoglione

Rete Urban Center Andria – Emma Monterisi

Situazione scuole in Puglia, le richieste del Forum

Dopo l’audizione dei giorni scorsi in Commissione del Consiglio Regionale con l’assessore al Diritto allo Studio Sebastiano Leo, come Forum delle Associazioni familiari di Puglia siamo a chiedere interventi urgenti e non più procrastinabili per la ripresa in sicurezza delle attività scolastiche.

Non è più accettabile che la responsabilità nella scelta tra la didattica in presenza e quella integrata a distanza, ribadita in tutte le ultime ordinanze del Governatore Michele Emiliano, sia affidata alle famiglie. I genitori – il cui fondamentale ruolo educativo è reso ancor più gravoso dall’emergenza pandemica – non conoscono i dati sui contagi né possono fare valutazioni precise in merito all’opportunità di far andare i propri figli a scuola. Eppure si sono ritrovati a prendere decisioni che riteniamo debbano essere appannaggio della politica.

L’Associazione Nazionale Presidi (ANP) ha effettuato  un’indagine su un campione di 150 istituti pugliesi, dalla quale è emerso che, dal 7 gennaio le presenze nelle scuole primarie e secondarie di primo grado sono raddoppiate rispetto al periodo precedente. È segno che le famiglie vogliono un rientro in classe, ma lo vogliono in sicurezza. Sicurezza che il Governo di questa Regione avrebbe dovuto garantire già da settembre, a maggior ragione ora.

Per questo, al netto della necessità di avere dati certi e trasparenti sui contagi legati ai rientri a scuola, ci permettiamo di formulare alcune ulteriori proposte:

  1. Attivare delle task-force fuori dalle scuole, magari impiegando i cittadini che percepiscono il ReD o il Reddito di Cittadinanza per vigilare e prevenire eventuali situazioni di contagio;
  2. Prevedere nel minor tempo possibile una campagna vaccinale per dirigenti, insegnanti e operatori scolastici;
  3. Attuare uno screening periodico diffuso con tamponi rapidi;
  4. Potenziare in maniera significativa i trasporti scolastici, affinché gli studenti che si spostano in altre città possano viaggiare in assoluta sicurezza.

Auspichiamo che tali proposte vengano prese in considerazione, per alleviare il peso che oggi grava sulle spalle delle madri e dei padri pugliesi. Peso e responsabilità che la politica regionale dovrebbe avere il coraggio di prendere su di sé, com’è giusto che sia.