Il Presidente Bordignon: “Giovani al centro, investire maggiormente nell’educazione e nella formazione professionale”
Bari, 23 novembre 2024 – Si è conclusa presso il Palazzo del Comune di Bari, l’Assemblea Generale del Forum delle Associazioni Familiari dal titolo “Guardando al Futuro” con un focus particolare sui giovani.
Osservatorio Giovani, fiducia verso IA e ambiente
Dall’Indagine realizzata dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, sui giovani dai 14 ai 34 anni, emerge un atteggiamento di complessiva fiducia verso l’IA: solo un terzo del campione (32,7%) reputa l’AI più un rischio che un’opportunità. L’Italia, al contempo, attesta livelli più bassi su tutte e tre le variabili: conoscenza dell’IA (9%); utilizzo di almeno un’applicazione (32,1%) e percezione del rischio (27,8%) rispetto a Paesi come Spagna, Francia, Germania, Gran Bretagna.
Sia gli adolescenti (14-17 anni) che i giovani adulti (18-34 anni), rispettivamente il 52,7% e il 53,8%, ritengono che la propria generazione sia più attenta alla questione ambientale rispetto alle generazioni più adulte. Gli adolescenti considerano i genitori la principale fonte d’informazione su questioni a carattere ambientale (79,8%, mentre per i giovani adulti sono gli scienziati e gli esperti (71,8%). L’Italia ha la più alta percentuale di giovani che non pianificano un figlio per problemi economici personali (circa 70% contro una media europea del 60%), per la preoccupazione legata alla crisi economica, per l’impatto sulla qualità della vita della famiglia (68% contro una media europea del 60%) e per le conseguenze future del cambiamento climatico dei potenziali figli (62% contro una media europea del 52%).
Migrazione dei laureati e sottorappresentanza politica
Secondo i dati dell’Istat, nell’ultimo decennio abbiamo assistito alla forte crescita della migrazione dei laureati italiani all’estero (+281,3% tra il 2011 e il 2021, passando da 4.720 a 17.997) che ha investito trasversalmente il Paese, assumendo tuttavia i valori più alti tra i giovani del Sud (+402,1%, passando da 1.025 nel 2011 a 5.147 nel 2021), a fronte di un valore in linea con la media nazionale al Centro (+283,2%) e leggermente inferiore per le regioni del Nord (+237,4%). I giovani sotto i 35 anni contano sempre di meno: nel 2002 rappresentavano poco meno di un terzo dell’elettorato attivo (il 30,4%), nel 2022 la loro incidenza scende al minimo storico del 21,9%, con una perdita di oltre 2,6 milioni di elettori (da 14,3 a 10,9 milioni), rispetto ad un elettorato maturo/anziano il cui peso sale dal 69,6% al 78,1% tra il 2002 e il 2022.
Per Adriano Bordignon, Presidente Forum delle Associazioni Familiari: “Anche questa trasformazione “strutturale”, che vede i giovani divenire progressivamente meno rilevanti nei risultati elettorali, contribuisce probabilmente a spiegare la complessiva propensione della politica verso programmi, interventi e iniziative destinati alle fasce adulte e anziane, capaci di avvicinare le quote più consistenti del consenso, ma certamente poco idonee a costruire a medio-lungo termine le condizioni per un futuro migliore del Paese. Non c’è investimento su natalità e nuove generazioni con questo tipo di propensione”.
Il Progetto Fosbury
Il Forum delle Associazioni Familiari ha ideato il Progetto Fosbury allo scopo direalizzare iniziative a favore dei giovani, sia con enti pubblici che con la società civile nel suo complesso. La sfida attuale è quella di trovare nuovi punti di forza e di innovazione, che impattino sulla vita dei giovani perché possano essere protagonisti, come ha fatto Fosbury nella storia del salto in alto. L’ex atleta statunitense, nato nel 1947, è divenuto famoso per la rivoluzionaria tecnica di salto in alto che ha introdotto e perfezionato. La tecnica, conosciuta come “Fosbury Flop”, consiste nel superare l’asticella con il corpo rovesciato all’indietro, piuttosto che affrontare il salto frontalmente come era consuetudine prima di lui.
Il ruolo dei Consultori
Nel corso dell’evento è stata presentata l’indagine “Cultura della genitorialità e promozione della natalità”, a cura della Confederazione Nazionale dei Consultori familiari di ispirazione cristiana (CFC), in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore (Centro Studi sul Volontariato e la partecipazione sociale – CESVOPAS). Dalla ricerca è emerso il bisogno di supporto psico-sociale e educativo per famiglie, con richieste crescenti su neogenitorialità, adolescenza, conflittualità e relazioni familiari. In tal senso i Consultori predispongono interventi e azioni mirati: Il 64% dei Consultori offre percorsi di accompagnamento alla genitorialità e il 62% consulenze individuali o familiari.
Per Adriano Bordignon, Presidente Forum delle Associazioni Familiari: “I giovani sono il cuore pulsante della nostra società e meritano di essere al centro delle politiche familiari, educative e sociali. Ma troppo spesso, vediamo i nostri ragazzi intrappolati in una realtà che li frena: la precarietà lavorativa, la difficoltà di accesso alla casa, il peso di aspettative irrealistiche e un mondo digitale che, pur portando vantaggi, spesso crea isolamento. Come Forum delle Famiglie, crediamo sia prioritario fare in modo che i giovani non solo possano essere ascoltati, ma che le loro necessità vengano riconosciute e affrontate concretamente. È altrettanto fondamentale puntare su modelli positivi e offrire loro opportunità di partecipazione. In questo senso, chiediamo che venga investito maggiormente nell’educazione, nella formazione professionale e, soprattutto, nel sostegno alle famiglie. Solo un ambiente familiare sereno e stabile può garantire la crescita sana e felice dei giovani, in quanto luogo di educazione, crescita e sostegno, cruciale nel fornire loro gli strumenti e il supporto per guardare al futuro con fiducia e speranza”.
Secondo Eugenia Roccella, Ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità: “Come Governo abbiamo messo la famiglia al centro della nostra azione fin dall’inizio. La denatalità è un fenomeno che riguarda tutto il mondo sviluppato ed è un problema che dobbiamo porre all’attenzione della comunità internazionale. Il Governo ha investito risorse significative nonostante i limiti di bilancio. Abbiamo aumentato in primis l’assegno unico per le famiglie numerose, siamo intervenuti sulla conciliazione vita lavoro potenziando il rimborso per l’asilo nido, rafforzato misure come la decontribuzione per le madri lavoratrici e il bonus per i nuovi nati. Inoltre stiamo lavorando ad ulteriori iniziative”.
Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia, ha dichiarato che: “Il calo demografico gigantesco a cui stiamo assistendo non è rimediabile in via ordinaria e sta coinvolgendo tutta l’Europa. È prioritario incentivare la natalità sotto diversi profili, basti pensare all’elevato bisogno di manodopera. Il nostro tentativo è quello di costruire una società più giusta e coerente con il modello di famiglia che la società ci offre. Ci sono luoghi a rischio spopolamento da rilanciare, incoraggiando il ritorno di persone alle quali si possono offrire nuove opportunità potenziando le agenzie per il lavoro. Serve, dunque, creare una massa critica a favore della natalità promuovendo una cultura a sostegno della famiglia per invertire la drammatica tendenza in atto e incentivare, così, il progresso sociale”.
Per Vito Leccese, Sindaco di Bari: “L’Assemblea Generale del Forum delle Associazioni Familiari è un momento significativo di riflessione sul valore che oggi le famiglie rappresentano. Sono il primo presidio utile per favorire l’inserimento dei giovani nella società. Molti di loro vivono problemi di disagio esistenziale e di partecipazione attiva nella vita quotidiana, per cui abbiamo il dovere di accompagnarli in questo cammino e le famiglie, al riguardo, svolgono un ruolo fondamentale”.
“Ringrazio il Forum delle Associazioni Familiari per il servizio che rende alla famiglia, tessuto vivo della Chiesa. In questi anni è sempre stata avvertita la vicinanza dei vescovi di Puglia con il Forum, attraverso un’interlocuzione proficua” ha dichiarato Mons. Giuseppe Favale, Segretario della Conferenza Episcopale Pugliese. “È fondamentale investire sempre di più nel futuro dei giovani. Il mio augurio è che dalla riflessione odierna nasca un entusiasmo sempre più grande affinché le nuove generazioni si lascino affascinare dalla bellezza della vita matrimoniale. Occorre, al contempo, porre le basi affinché la famiglia sia un punto di riferimento, individuando percorsi nuovi per portare effetti benefici a lungo termini”.
Andrea Orio, Osservatorio Giovani, ha sottolineato: “I dati emersi dalla ricerca condotta dall’Osservatorio Giovani con l’Istituto Toniolo fotografano un quadro significativo, in particolare per quanto riguarda l’Intelligenza Artificiale che per i due terzi dei giovani italiani rappresenta un’opportunità. Al contempo, la percezione circa i rischi e le minacce per la privacy è comparativamente più bassa nel nostro Paese. Rileva, inoltre, una particolare consapevolezza da parte delle nuove generazioni rispetto alle questioni ambientali. Preoccupa, tuttavia, la più alta percentuale dei giovani italiani che non pianificano un figlio per problemi economici e per il possibile impatto futuro dei cambiamenti climatici”.
Alberto Pellai, Psicoterapeuta, ha evidenziato: “Stiamo vivendo una fase molto sfidante per la famiglia. I genitori sono preoccupati perché i figli passano molto tempo in una sorta di autoreclusione all’interno delle piattaforme social o usufruendo dei videogiochi. Viviamo un cambio epocale determinato dalla digitalizzazione in cui famiglia e scuola svolgono un ruolo cruciale. Insisto molto sul concetto di allenamento alla vita poiché è essenziale preparare i figli a gestire la realtà. La generazione degli adolescenti è caratterizzata da un’ansia crescente per cui la scuola resta l’unico luogo in cui si confrontano con un mondo adulto. È necessario, dunque, creare spazi di aggregazione con figure adulte esperte di relazione per sostenere i bisogni di crescita dei nostri figli“.
Per Lorenzo Pellegrino, Azione Cattolica: “È indicativo come in tutto il testo della Legge di Bilancio sia citata appena quattro volte la parola giovani o la stessa area semantica, mentre soltanto tre volte sia affrontata la questione delle dipendenze e una sola volta il tema delle alleanze educative. È necessario, dunque, raccontare il progetto di una famiglia possibile, che non è un punto di arrivo ma di inizio. Servono politiche lavorative che contrastino il precariato e, parallelamente politiche sulla casa che supportino i giovani a formare una famiglia“.
Emilano e De Palo tra le personalità che vi prenderanno parte
Dalle culle vuote a nuove soluzioni: torna a gennaio 2023 in Puglia l’appuntamento con gli Stati generali della natalità, la più importante manifestazione italiana dedicata al contrasto della crisi demografica giunto nella nostra regione alla seconda edizione.
Scopo dell’evento è proporre un momento collettivo di verifica ed una valutazione sulle possibili evoluzioni delle politiche regionali per la famiglia e per il sostegno alla natalità scesa a livelli mai raggiunti prima anche e soprattutto nelle regioni meridionali, ed in Puglia in particolare.
Gli Stati generali della natalità saranno realizzati grazie a una collaborazione tra il Forum nazionale delle associazioni familiari, la Fondazione per la Natalità e la Regione Puglia che ha siglato con le associazioni familiari del territorio nel febbraio del 2020 il Piano regionale per le politiche familiari, accordo che sigla una collaborazione tra il Terzo Settore e l’Ente regionale finalizzata a raccogliere istanze e buone pratiche dagli operatori del settore.
Parteciperanno all’evento il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il presidente Fondazione per la Natalità Gianluigi De Palo e Alessandro Rosina professore ordinario di Demografia presso l’università Cattolica del Sacro cuore.
«Preferibile che la Regione si impegni per assicurare cure alle famiglie
degli ammalati»
In merito alla Pdl«Sanitaria per una morte serena ed indolore dei malati terminali» bocciato ieri dal Consiglio Regionale il Forum delle Famiglie di Puglia, condividendo il giudizio negativo dell’Aula, propone alla Giunta regionale pugliese alcune considerazioni di metodo e di merito e suggerisce alcune proposte alla luce della situazione dei tanti portatori di malattie croniche o di disabilità gravi presenti nella nostra Regione.
Noi
Forum delle associazioni familiari della Puglia riteniamo che non si possa
legiferare su una materia tanto delicata senza un adeguato approfondimento
della materia e che la legge non si limiti a garantire la libertà di chi vuole
porre fine alla sua esistenza, ma esplori la reale situazione di tantissimi ammalati
cronici e delle loro famiglie nella nostra Regione.
D’altro canto ricordiamo che su tale materia, tanto delicata quanto divisiva e
riguardante i diritti essenziali delle persone, non esiste una normativa nazionale
che dia indicazioni concrete alle Regioni. Entrando nel merito: siamo del
parere che in un momento drammatico e delicato come quello che sta vivendo il
Paese, ci sembra assolutamente prioritario che la Regione si dia come obiettivo
fondamentale il sostegno ai malati gravi non autosufficienti, ai malati cronici,
ai portatori di malattie incurabili o neurodegenerative che sono spesso
abbandonati nelle loro case, lasciati alle cure della famiglia e soprattutto
del caregiver familiare che deve far fronte ad un impegno spesso per
ventiquattro ore al giorno, senza riposo, deprivato della sua vita relazionale,
sociale, lavorativa e senza adeguati sostegni.
Purtroppo
le cure palliative proposte al malato si riducono non di rado alla
somministrazione di farmaci per la gestione del dolore, nella fase terminale
della malattia e conosciamo bene le carenze di una assistenza domiciliare, di
fatto prevalentemente a carico delle famiglie. Sottolineiamo a tal proposito
che le cure palliative e la sedazione del dolore, esigenze ineludibili che
dovrebbero essere fruibili in ambiti ospedalieri, territoriali e domiciliari,
non trovano ancora adeguata diffusione, malgrado le indicazioni presenti nella
legge 38/2010 con la quale «L’Italia ha adottato un quadro
organico di principi e disposizioni normative per garantire un’assistenza
qualificata appropriata in ambito palliativo e della terapia del dolore, per il
malato e la sua famiglia»
Anche
i Vescovi pugliesi avevano affermato nel comunicato emesso nel luglio scorso in
merito a questa Pdl che ogni cittadino ha al di sopra dei diversi diritti che
gli si garantiscono, quello che si può riassumere nello Ius vitae, ovvero la tutela della vita da ogni attentato contro di
essa e la garanzia che la comunità se ne prenda cura non ricorrendo a formule
parziali quando non vi riesca.
Riteniamo
che ogni tentativo di giungere al fine suddetto, senza aver posto in atto le
opportune garanzie di assistenza e ausilio, non è confacente con il rispetto
della persona”, ma assomigli più a quella “cultura dello scarto” sempre più
diffusa nella nostra società Qualunque persona ammalata non coincide con la sua
patologia ma è infinitamente di più.
La
Regione Puglia, dunque, si impegni concretamente per assicurare cure ed
assistenza domiciliari, cure palliative, sostegno ai caregiver ed alle famiglie
degli ammalati: ci sembrano questi gli obiettivi qualificanti di una adeguata
assistenza al malato, anche e soprattutto quando terminale
Il Forum delle Associazioni Familiari di Puglia esprime profonda preoccupazione circa l’eventualità della approvazione da parte del Consiglio regionale pugliese del pdl sul fine vita, presentato dal consigliere PD, Fabiano Amati.
Vorremmo fare alcune considerazioni, di metodo e di merito.
Di metodo:1.non si legifera su una materia tanto delicata quanto divisiva, riguardante i diritti essenziali delle persone, su cui non esiste una normativa nazionale che dia indicazioni concrete alle regioni.
2. Non si dedica ad un tema così importante lo spazio di pochissime settimane, assolutamente insufficienti a permettere un adeguato approfondimento della materia, che non si limiti a garantire la libertà di chi vuole porre fine alla sua esistenza, ma esplori la reale situazione di tantissimi ammalati cronici e delle loro famiglie nella nostra Regione
Di merito: In un momento drammatico e delicato come quello che sta vivendo il Paese , ci sembra assolutamente prioritario che la Regione si dia come obiettivo fondamentale il sostegno ai malati gravi non autosufficienti, ai malati cronici , ai portatori di malattie incurabili o neurodegenerative, spesso abbandonati nelle loro case, lasciati alle cure della famiglia e soprattutto del caregiver familiare, che deve far fronte ad un impegno spesso 24 ore al giorno, senza riposo, deprivato della sua vita relazionale, sociale, lavorativa e senza adeguati sostegni.
Purtroppo le cure palliative proposte al malato si riducono non di rado alla somministrazione di farmaci per la gestione del dolore, nella fase terminale della malattia e conosciamo bene le carenze di una assistenza domiciliare , di fatto prevalentemente a carico delle famiglie.
Tutto questo evidentemente richiede ingenti investimenti che forse la Regione non è in grado di assicurare? E allora meglio favorire la diffusione del suicidio assistito o dell’eutanasia?
E’ davvero questo il modo di avere cura dei più fragili? Sono questi i diritti cui dare prioritaria attuazione?Si scongiuri la deriva che privilegia la cultura dello scarto di quanti si ritiene non possano essere curati
La Puglia sia la prima Regione ad assicurare cure ed assistenza domiciliari, cure palliative, sostegno ai caregivers ed alle famiglie degli ammalati: di questo i pugliesi andranno finalmente orgogliosi!
La legge 194/78 sull’aborto volontario prevede agli artt. 2 e 5 che quando una donna chiede di abortire, le istituzioni si alleino con la società civile per aiutarla, nel pieno rispetto della sua libera volontà, e provare a rimuovere gli ostacoli che la inducono a questa dolorosissima scelta.
Grazie ad una misura sperimentale del Piano regionale di politiche familiari, approvata e finanziata a febbraio 2020, la Regione Puglia e le associazioni competenti e dedicate si sono accordate per sperimentare azioni a sostegno delle donne gravide in difficoltà che richiederanno aiuto.
L’azione avrà come punto di riferimento gli Ambiti territoriali degli 8 comuni pugliesi capoluogo: Bari, Brindisi, Barletta, Andria, Trani, Lecce, Taranto e Foggia.
Obiettivi prioritari: la creazione di ponti tra servizi sociali ed i consultori familiari, servizio pubblico cardine nella attuazione della parte preventiva della legge 194, in Puglia purtroppo poco accorsati dalle donne che chiedono di abortire e la collaborazione con le associazioni del privato sociale operanti nei territori degli otto ambiti.
In un incontro tenutosi questa mattina fra la Dirigente e la Referente competenti dell’Assessorato al Welfare, dott.sse Di Domenico e Mandola, i referenti degli Ambiti coinvolti, il dirigente dell’Agenzia Regionale per la Salute, dott. Ettore Attollini ed i responsabili delle associazioni competenti, si sono poste le basi per tale collaborazione che potrà usufruire di fondi specifici già stanziati ed in fase di erogazione già nel mese di settembre.
Già iniziati gli incontri fra responsabili degli Ambiti territoriali ed i referenti delle associazioni per capire insieme come intercettare le tante donne che vivono purtroppo da sole il dramma dell’aborto e che ,se aiutate a superare le difficoltà che vivono, potrebbero invece realizzare il loro desiderio di diventare madri. Fondamentale sarà il coinvolgimento dei consultori pubblici operativi su tutto il territorio regionale per il quale il dirigente Aress presente all’incontro ha assicurato la celere convocazione del tavolo sul “Percorso nascita” che li riunisce .
E’ stata già approntata una scheda che, nel pieno rispetto della privacy della donna, consenta di rilevarne situazione familiare, sociale, sanitaria e bisogni prevalenti, per favorire la personalizzazione e l’efficacia degli interventi che verranno messi in campo. Entro fine mese l’invio della Regione agli Ambiti di linee guida “soft” con le indicazioni generali per la concreta attuazione di questa misura. La dott.ssa Di Domenico , Dirigente competente dell’Assessorato al Welfare, ha assicurato che le Associazioni verranno coinvolte in ogni fase della progettazione e della attuazione degli interventi a favore delle donne, nel pieno rispetto del dettato della legge 194
15.7.2022 – Il Forum delle Associazioni Familiari di Puglia è stato audito davanti alla Terza ed alla Sesta Commissione consiliare in seduta congiunta, in merito alla pdl n.317/2021 “«Disposizioni per garantire il principio di pari opportunità e di parità di trattamento in riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere e alle variazioni nelle caratteristiche di sesso”.«Il tema delle pari opportunità̀ e da offrire a TUTTI , e quindi anche a coloro che s’interrogano, senza non poche sofferenze, circa la propria identità e orientamento sessuali – ha affermato la presidente Carli -. Convinti della necessità di riconoscere e tutelare la dignità di ogni persona, condividiamo totalmente l’impegno a “prevenire e superare ogni situazione anche potenziale di discriminazione”. Ci sembra quindi necessario allargare la platea delle misure previste dalla pdl alle tante categorie di discriminati presenti nella nostra società: giovani, donne, immigrati, disabili, persone di diversa etnia, religione,o colore della pelle», in base all’articolo 3 della Costituzione italianaPertanto , pur condividendo le eccezioni sollevate in via pregiudiziale dalla Sezione Affari e Studi Giuridici e Legislativi del Consiglio Regionale della Puglia, che ha sottoposto a parere il PdL in oggetto, il Forum ha proposto un corpus di emendamenti al testo della pdl , suggerendo una sua revisione complessiva che abbia come riferimento l’analoga legge della Regione Piemonte n. 5 del 2016 “Norme di attuazione del divieto di ogni forma di discriminazione e della parità di trattamento nelle materie di competenza regionale”. Il corpus emendatorio è stato presentato , oltre che dal Forum regionale delle associazioni familiari, dalla CRAL pugliese , da UCIIM ed AIMC regionali, dalla Federazione regionale dei Consultori familiari di ispirazione cristiana e da UGCI Bari, che hanno condiviso il lavoro di studio e revisione dell’intera pdl.In Puglia, il tasso di occupazione delle persone tra 15 e 64 anni in Puglia è pari nel 2021 al 46,7% ,circa 11,5 punti percentuali in meno del dato nazionale , con una differenza di circa 26 punti percentuali tra uomini ( 59.7%) e donne (33,8%). ( dati IPRES). Il tasso di Neet ( ragazzi fra i 15 ed i 29 anni che non studiano e non lavorano) è al 29.4% ; continue le migrazioni dei nostri giovani verso altri territori alla ricerca di lavoro, pochi i disabili occupati, notoriamente molteplici le discriminazioni agite nel mondo del lavoro nei confronti delle persone immigrate. Davanti a questi dati appare inopportuno ed imprudente riservare ad una sola categoria di persone. -“ misure al fine di supportare le persone di cui al periodo precedente, anche individuando e costruendo percorsi di formazione e inserimento lavorativo che valorizzino qualità e professionalità individuali e indirizzando le persone agli strumenti per la promozione e l’avvio di nuove imprese” (art. 2 pdl 317/21), pena un paradossale discriminare fra discriminati.E’ stata anche sottolineata l’opportunità di una composizione più equilibrata del Tavolo tecnico previsto dall’articolo 7, che preveda anche la presenza di rappresentanti di associazioni familiari e di altre impegnate nella tutela delle categorie discriminate: donne, disabili, migranti, …La dott.ssa Stellacci, presidente Uciim Puglia, in merito all’articolo 3 ha sottolineato in particolare che la formazione dei docenti e del personale scolastico in genere non rientra nelle competenze della Regione ma dello Stato, ai cui principi e criteri la Regione deve adeguarsi ogni volta che voglia contribuire, lodevolmente, ad arricchire le risorse finanziarie destinate alla formazione nei bilanci delle Scuole.Sarebbe auspicabile che la Regione Puglia concorra con lo Stato , nel rispetto dell’autonomia scolastica, a rifinanziare le attività formative sui temi “dell’educazione all’affettività, al rispetto delle diversità e delle pari opportunità di genere e al superamento degli stereotipi di genere“, già finanziate dallo Stato con 10 milioni di euro, ma limitatamente all’anno scolastico 2014-15 (legge n.128 dell’8.11.2013 art.16 lett. d), richiamata nell’art.3 del PdL n.317).Analogamente, la dott.ssa Tarantino , presidente AIMC Puglia, ha espresso l’auspicio che la scuola sia sostenuta nel suo impegno di educare alla centralità della persona umana ed al rispetto della dignità di ciascuno Gli emendamenti relativi agli altri articoli saranno presentati durante la prossima audizione di mercoledì 20 luglio p.v.
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