Chiaraluna Bella ed Emanuele. Due storie, con tanti elementi in comune ma destini diversi. Se proprio si vuole dare un senso alla terribile morte della prima, si può pensare che in qualche modo abbia salvato la vita del secondo.
Infatti è stato proprio l’abbandono di Chiaraluna, appena nata, su una spiaggia di Monopoli nel freddo 14 febbraio del 2017, a spingere il Movimento per la vita, associazione da sempre impegnata nella salvaguardia delle madri e dei bambini fin dal loro concepimento, a individuare una soluzione che potesse evitare altre simili tragedie. Per questo la scorsa Vigilia di Natale è stata allestita nella chiesa di San Francesco da Paola la Culla per la vita, una novella e tecnologica “ruota degli esposti”, in cui è possibile lasciare un neonato tutelati dal più completo anonimato. Quella di Monopoli è la 59esima Culla in Italia, la terza in Puglia (dopo Bari e Taranto). Funzionante 24 ore al giorno, è collegata a un pulsante, schiacciando il quale è possibile aprire la botola. Nel momento in cui quest’ultima si richiude, scatta un allarme.
Allarme che è suonato intorno alle 12.30 di lunedì, a poco meno di un anno di distanza dalla morte di Chiaraluna. Ad accorrere immediatamente sono stati il parroco e – solo pochi minuti dopo – Grazia Satalino, presidente della sezione cittadina del MpV. «Ci siamo resi conto che dentro c’era un fagottino – racconta lei con la voce ancora intrisa di emozione -. Padre Miki (Mangialardi, ndr) mi chiamava e mi diceva “Sbrigati, corri!”. Quando sono arrivata l’istinto materno ha prevalso e l’ho preso in braccio. Sa, sono madre di quattro figli, il primo pensiero è stato quello di metterlo in salvo. In quel momento devi agire e non hai tempo di riflettere. Abbiamo chiamato l’ambulanza della Misericordia, inizialmente non rispondevano, e mi sembrava che quei secondi non passassero mai».
Emanuele – questo il nome dato al bambino – sta bene. È stato salvato da uomini e donne di buona volontà. Sono tante le persone che il MpV aiuta ogni giorno silenziosamente: famiglie che hanno paura di mettere al mondo un figlio perché temono di non riuscire a dargli ciò che gli serve e il futuro che merita; minorenni abbandonate per la vergogna di una gravidanza sconveniente, che vanno avanti nonostante tutto e tutti; donne che chiedono aiuto anche dopo aver partorito perché c’è così tanto bisogno di qualsiasi cosa…
Ma Emanuele è stato salvato anche dalla sua mamma, che non l’ha gettato via e l’ha affidato alle cure di chi poteva aiutarlo. «Era ben tenuto e curato», dice ancora la presidente Satalino, sintomo di una donna che ha compiuto un estremo gesto d’amore, forse a scapito della sua stessa felicità. «Un gesto fatto con coraggio e non certo con leggerezza». Per tutta la comunità questo è un momento di gioia, per il quale «bisogna ringraziare una madre che ha sicuramente voluto salvare suo figlio da una vita difficile. Ora noi ci stiamo occupando di lui finché servirà; ma sono già stati avvertiti i Servizi sociali e il Tribunale per i minorenni che, salvo un ripensamento della madre nei temi stabiliti per legge, darà il piccolo in adozione» a una coppia già ritenuta idonea secondo l’iter previsto in questi casi. «La madre naturale non è assolutamente perseguibile – spiega Grazia Satalino, fugando ogni dubbio -, perché non si tratta di abbandono, ma di affidamento alla Culla per la vita».
Sta bene, dunque, Emanuele. E avrà probabilmente una vita felice. Grazie a chi gli ha voluto così bene da rinunciare a lui, affidandolo a mani caritatevoli. Grazie a chi lo ha accolto con amore e lo sta accudendo con dedizione. Grazie a una famiglia che sicuramente lo amerà come se lo avesse concepito, non solo dal proprio cuore. Ma anche grazie al sacrificio di Chiaraluna, che non ha avuto il suo stesso destino.