Anche la sezione pugliese dell’UCIIM è stata audita nella seduta congiunta di III, VI e VII Commissione consiliare della Regione sul disegno di legge antiomofobia approvato dalla Giunta Emiliano.
La relazione dell’associazione professionale di docenti ha riguardato soprattutto l’articolo 3, inerente la formazione nelle scuole, che secondo la presidente Lucrezia Stellacci rappresenta «un intervento invasivo da parte della Regione, che non ha competenze in materia.
A ottobre scorso, infatti, il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli ha emanato le Linee guida “Educare al rispetto: per la parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione”, dunque non solo quella sessuale». Il Piano nazionale prevede e valorizza la responsabilità educativa dei genitori nei confronti dei propri figli e la comune costruzione, in stretta collaborazione fra scuola e famiglia, di buone prassi educative: elemento che manca invece nel ddl.
La proposta di legge prevede inoltre l’istituzione di punti d’ascolto nelle scuole, da realizzare di concerto con l’Ufficio scolastico regionale. «Seppur con buone intenzioni – prosegue la professoressa Stellacci -, ci si dimentica che da circa 15 anni esiste l’autonomia scolastica e che questo provvedimento rischia di violarla». Tali decisioni spettano infatti agli organi collegiali di ogni singolo istituto e non possono essere prese né dalla Regione né dall’USR.
«Insistere su questo testo – conclude la presidente Uciim Puglia – significa andare incontro con tutta probabilità a impugnative davanti alla Corte costituzionale, che porterebbero al dispendio di soldi pubblici e all’aumento del conflittotra istituzioni. Un gioco che non vale la candela».