«È stata una domenica speciale: persone con esperienze e storie diverse a discutere per molte ore sulla famiglia, sui suoi problemi, sulle diverse situazioni culturali ed economiche, ma anche sul suo essere risorsa e sui cambiamenti in atto nelle interazioni con le istituzioni». È questa l’opinione del giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno Tonio Tondo, che lo scorso 17 febbraio ha moderato, nella sede del Csvs di Corsano, l’incontro dal titolo “Dove c’è famiglia, c’è futuro”, organizzato dal Forum provinciale delle associazioni familiari di Lecce per riprendere e approfondire i temi della prima Conferenza regionale sulla famiglia, tenutasi a Bari a novembre 2018.
Il convegno, che dal mattino si è prolungato ben oltre il termine previsto, a dimostrazione dell’interesse generato, ha registrato circa 80 presenze di cittadini salentini impegnati all’interno di enti, istituzioni e associazioni, oltre a due rappresentanti della Cisl e uno di Confartigianato, ad alcuni Sindaci del territorio e all’assessore regionale all’Industria turistica e culturale Loredana Capone.
Dopo la presentazione del senso dell’iniziativa da parte della “padrona di casa”, la presidente provinciale Maria Assunta Corsini, si sono alternati diversi relatori, fra cui la presidente regionale Lodovica Carli, che ha presentato il lavoro del Forum regionale delle associazioni familiari nell’interlocuzione con le istituzioni a partire dalla sfida della denatalità, il vicepresidente Vincenzo Santandrea, che ha messo in relazione proprio il fenomeno della denatalità con la carenza di lavoro e di servizi a sostegno delle famiglie; Tiziana Corti, funzionaria della Regione Puglia, la quale ha presentato la genesi e il significato della prima Conferenza regionale sulla famiglia come avvio di un processo partecipato che mette la soggettività delle famiglie al centro della progettualità politica e che a breve porterà alla redazione del Piano regionale di Politiche familiari. La Corti, in qualità di Referente del marchio “Puglia loves family”, ha anche spiegato in che cosa esso consista e il disciplinare a cui i Comuni interessati devono adeguarsi per ottenerne l’attribuzione.
Significativi da questo punto di vista sono stati gli interventi del sindaco di Corsano Biagio Martella, che già da tempo ha ottenuto la certificazione del suo Comune come “amico della famiglia” all’interno del network nazionale che fa capo alla Provincia autonoma di Trento; e di Mauro Ledda di Alghero, responsabile insieme alla moglie Filomena del network Family in Italia, che ha raccontato la sua esperienza di consulente del Comune per la valutazione dell’impatto familiare di ogni disposizione amministrativa.
Dai contributi teorici si è poi passati al lavoro nei gruppi, il primo dei quali, guidato da Pietro Panzetta, docente a contratto dell’Università Lumsa, ha affrontato il tema del lavoro abilitante per i giovani e le donne del Salento; mentre nel secondo, moderato dalla presidente Carli, si è parlato di servizi per la famiglia. Dai tavoli, proseguiti nel pomeriggio dopo la condivisione del pranzo, sono emerse numerose criticità e tante proposte. Fra le altre, sviluppare politiche che favoriscano l’insediamento di nuove aziende attraverso la leva fiscale e semplificare i contratti di apprendistato ed estenderli a tutti i settori lavorativi. Si è anche discusso delle famiglie vedove e delle loro difficoltà, in particolare sul piano economico e fiscale.
Nel secondo gruppo si è parlato di sostegno alla genitorialità e si è posto l’accento sulle difficoltà affrontate dalle famiglie con congiunti disabili e da quelle desiderose di adottare un bambino o di accoglierlo in affidamento. Spesso queste famiglie sono infatti intrappolate nelle spire di una complessa burocrazia, che aggrava ulteriormente le loro condizioni di vita, e la rete dei servizi si inceppa inesorabilmente in uno dei nodi, rendendo inefficaci gli sforzi dei soggetti coinvolti.
In chiusura, è giunto a Corsano il presidente della Giunta regionale Michele Emiliano, che ha ascoltato la restituzione dei lavori di gruppo, fra cui la richiesta del Forum di istituire un’Agenzia regionale per la famiglia, dimostrando vicinanza alle problematiche emerse e impegnandosi a fare il possibile per favorire la pianificazione di azioni politiche condivisibili.
«È stato uno di quegli eventi che rivelano l’importanza del lavoro svolto in questi anni dal Forum delle associazioni familiari regionale e della Provincia di Lecce – ha commentato con soddisfazione la presidente Carli -. La sfida che intendiamo affrontare è quella della denatalità, che vede la Puglia fra le regioni meno fertili d’Italia e la provincia di Lecce la meno feconda di Puglia. È una sfida che interessa e coinvolge tutte le fasce d’età e tutto il territorio, perché, perpetuandosi la situazione attuale, non ci sarà speranza di sviluppo economico sostenibile né possibilità di welfare. Con sempre meno nati, sempre meno donne in età fertile e sempre più giovani che migrano dalla Puglia alla ricerca di un lavoro dignitoso, per la nostra regione si prospetta un futuro davvero indesiderabile: diventare una terra di vecchi e di badanti.
La denatalità chiede con urgenza politiche familiari dedicate concrete ed efficaci; ed è a questo che il Forum ha chiesto al Governo regionale di dedicare il Piano di politiche familiari. È un tema cogente, urgente, indilazionabile, che lascia fuori dalla porta strumentalizzazioni ideologiche di ogni colore e obbliga a prestare attenzione e sostegno in primis ai giovani che intendono costruire una famiglia e mettere al mondo nuove vite. Perché non è vero che i giovani non vogliono avere figli. Gli studi e le ricerche lo dicono chiaramente: gli italiani, i pugliesi hanno un desiderio di fecondità superiore a quello dei loro coetanei francesi, ma che riescono a realizzare solo in minima parte.
Non a caso si è parlato di formazione e avviamento al lavoro per i giovani e si è denunciata la piaga delle dimissioni firmate in bianco da tante donne in procinto di essere assunte, da utilizzare in caso di gravidanza. L’ intervento del governatore Emiliano ha confermato la volontà di impegnarsi in questa direzione, superando sbarramenti ideologici tanto dannosi quanto inutili».
Un approccio e una modalità di azione, quelle del Forum, elogiate dal vescovo della Diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca e presidente della Commissione episcopale nazionale per il laicato Vito Angiuli. «Vedo in voi la tenacia e la capacità di coinvolgere tutti, uno stile di lavoro che guarda alla realtà, propositivo in modo anche creativo», ha detto, parlando anche a nome della Conferenza episcopale pugliese, nel suo intervento volto a disegnare il quadro di riferimento culturale e valoriale all’interno del quale collocare, con coscienza retta, l’azione politica dei decisori.
Dunque, c’è un futuro per la famiglia, ma a condizione che vengano affrontati i problemi nuovi posti da una modernità sempre più pervasiva e dalle fratture e lacerazioni sociali e umane provocate da uno sviluppo asimmetrico.
«Per anni – ha sintetizzato Tondo – si è pensato che l’economia avrebbe regolato da sé gli squilibri e le conseguenze di uno sviluppo distorto. Si è detto: quando la marea sale prima o poi toccherà anche le terre svantaggiate. Non è così. Occorre studiare le nuove reti produttive, dall’agricoltura all’industria tecnologica, che stanno trainando le economie globali. Solo con nuove informazioni sui cambiamenti potremo agire in modo più consapevole per individuare e costruire nuovi spazi di autodeterminazione e promozione per le nostre famiglie, soprattutto quelle più giovani.
Ma abbiamo bisogno di una politica di ispirazione cristiana e laicamente orientata a un umanesimo che determini un ri-orientamento dei flussi della tecnica e dell’economia. Non è più tempo di richieste assistenziali o di semplice rivendicazione. Il Forum ha indicato i campi di impegno: un sostegno della Regione alle famiglie con servizi e trasferimenti finanziari finalizzati, il consolidamento e l’accreditamento dei consultori privati impegnati nell’aiuto alla natalità e un programma straordinario per l’educazione e l’istruzione dei bambini e dei ragazzi pugliesi, concordando nuovi standard di formazione con le comunità scolastiche».