di Francesco Belletti, presidente nazionale

 

Carissimi amici,
il 13 marzo 2013 venne annunciata in Piazza san Pietro l’elezione di Papa Francesco, “che i miei fratelli cardinali sono andati a prendere quasi alla fine del mondo”, dopo la rivoluzionaria rinunzia di Papa Benedetto XVI. Oggi, a due anni di distanza da quella memorabile giornata, la Chiesa tutta e il mondo intero si trovano a fare i conti con una figura che ha da subito sfidato tutti: con il linguaggio, con i gesti, con lo sguardo, con scelte di vita personali, con parole nuove, semplici e proprio per questo radicali. Un Papa che non lascia tranquilli, e a maggior ragione non lascia tranquilla la sua Chiesa, il popolo di Dio, con la richiesta di essere Chiesa in uscita, ospedale da campo: “Preferisco mille volte una Chiesa incidentata, piuttosto che chiusa e malata”.
Un Magistero a tutto campo, che spazia dalle periferie esistenziali più lontane alla riorganizzazione della Curia romana, ma che sulla famiglia ha concentrato una attenzione epocale: due Sinodi nell’arco di due anni, con un imponente “operazione ascolto” di tutta la Chiesa, svolta con un primo questionario, a supporto della stesura dell’Instrumentum Laboris in preparazione del Sinodo 2014, e tuttora in corso con un secondo questionario, che accompagna i Lineamenta, pubblicati in conclusione del Sinodo 2014 e in preparazione del Sinodo 2015.

Inevitabile quindi, per il Forum delle associazioni familiari, sentirsi sfidato da questo Magistero, che sconvolge vecchie certezze e chiama a metodi nuovi, che ha già interpellato in prima persona anche molti dei carismi della nostra compagine associativa. E le parole di Papa Francesco diventano così parte integrante del lavoro di riflessione e di verifica che come Forum abbiamo programmato in vista della Conferenza di Programma “Verso il Forum 2.0”, in agenda dal 15 al 17 maggio 2015, con l’obiettivo di rendere la famiglia sempre più capace di testimoniare la bellezza del Vangelo e la propria soggettività sociale: quella soggettività sociale che dalla Familiaris consortio in poi, fino ad oggi, è guida e chiamata per ogni famiglia cristiana.
Salutiamo quindi con gioia il secondo anniversario dell’elezione del “nostro” Papa Francesco, e sottoponiamo alla sua paterna guida il nostro impegno, le nostre fatiche, davanti alle sfide antropologiche, pastorali e sociali che abbiamo di fronte, nella preghiera e nella speranza che il nostro rinnovato lavoro di Forum sappia alimentare e farsi rigenerare dalla grande riflessione ecclesiale sulla famiglia che il Sinodo 2015 porterà a compimento, “cum Petro e sub Petro”.
Siamo sempre più consapevoli che ci è chiesto di guardare avanti, e anche per questo la Conferenza di Programma è appuntamento decisivo per il presente e per il futuro del Forum: perché sappia rinnovare la propria missione, a servizio della famiglia, del nostro Paese e della Chiesa tutta, sapendo evitare almeno due, tra le tentazioni che lo stesso Papa Francesco aveva ricordato nel suo messaggio conclusivo del Sinodo 2014: da un lato “la tentazione dell’irrigidimento ostile, cioè il voler chiudersi dentro lo scritto (la lettera) e non lasciarsi sorprendere da Dio, dal Dio delle sorprese (lo spirito); dentro la legge, dentro la certezza di ciò che conosciamo e non di ciò che dobbiamo ancora imparare e raggiungere. Dal tempo di Gesù, è la tentazione degli zelanti, degli scrupolosi, dei premurosi e dei cosiddetti – oggi – “tradizionalisti” e anche degli intellettualismi”.
Dall’altro “la tentazione del buonismo distruttivo, che a nome di una misericordia ingannatrice fascia le ferite senza prima curarle e medicarle; che tratta i sintomi e non le cause e le radici. E’ la tentazione dei “buonisti”, dei timorosi e anche dei cosiddetti “progressisti e liberalisti”.
Per questo mi permetto di raccomandare a ciascuno di voi che la prossima Conferenza di Programma, oltre ai pur necessari aspetti regolativi e istituzionali, sappia diventare anche occasione di conversione e di novità, per la concreta azione di ciascuno di noi, e per il mandato del Forum nel suo complesso. Tocca a ciascuno di noi sfruttare questo “tempo propizio”, che spesso appare gravido di ombre e di minacce, ma che rimane pur sempre “tempo di Dio”: le concrete circostanze dentro cui a ciascuno di noi è data la grazia e la responsabilità di testimoniare la Buona Notizia della famiglia.
Dandovi appuntamento alla Conferenza di Programma, vi saluto di cuore

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