Sono in discussione oggi nel Consiglio regionale della Puglia le modifiche alla Legge n. 43 del 13 dicembre 2013 sul “Contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico (GAP)”.
Nella proposta, la distanza che deve intercorrere tra le sale da gioco e gli istituti scolastici di secondo grado, le università e le biblioteche pubbliche passa da 500 a 250 metri (comma 2 dell’articolo 7). Inoltre, fatto ancor più grave, si chiede di abrogare il comma 3 dell’articolo 7, che prevede l’attuazione del cosiddetto “distanziometro” anche per le attività già esistenti al momento del rinnovo dell’autorizzazione, e comunque entro i primi cinque anni dalla data di entrata in vigore della legge.
«Una scelta – qualora dovesse essere avallata – inaccettabile, specie in Puglia dove ogni anno vengono dissipati nel gioco quasi otto miliardi di euro. In altre regioni, come il Piemonte, l’applicazione della distanza minima da luoghi sensibili ha portato, solo nel primo anno di applicazione, una diminuzione del consumo di azzardo di circa il 20%, con ricadute positive anche in termini di salute pubblica. Inoltre – smentendo lo spauracchio paventato dagli imprenditori del settore – nessun lavoratore ha perso il posto.
A noi interessa che venga rispettata la distanza minima di 500 metri prevista dalla legge – dichiara Attilio Simeone, coordinatore nazionale del cartello Insieme contro l’azzardo -. Noi chiediamo, ai fini della concreta attuazione della ratio della legge in questione, che siano lontani dalle scuole, dalle chiese, dagli oratori, dagli impianti sportivi e dai centri giovanili, ma anche dalle banche, dai bancomat e dalle finanziarie».