Giu 24, 2019 | Eventi
Si terrà domani, 25 giugno, a partire dalle 15, l’ultimo incontro del percorso partecipato finalizzato alla redazione del Piano di politiche familiari.
Sarà questa l’occasione per restituire ai partecipanti i contributi e le proposte avanzate nei mesi trascorsi da cittadini e cittadine su due tematiche: i Servizi per le famiglie e le Politiche economiche fiscali a favore delle famiglie.
Un incontro concentrato, caratterizzato dalla volontà pragmatica di trovare risposte ai bisogni emergenti o già emersi. Proprio per questo il pomeriggio è strutturato in due fasi: una prima dedicata all’ illustrazione sintetica dei contributi pervenuti e rielaborati; una seconda di confronto fra proposte e misure regionali possibili.
Sede dell’incontro la sala Conferenze di Regione Puglia, via Gentile 52 Bari. Per partecipare è necessario compilare l’apposito modulo di iscrizione.
Di seguito il programma dettagliato.
Ore 15.00 – Registrazione partecipanti
Ore 15.30 -15.50
Saluti istituzionali – Salvatore Ruggeri, Assessore al Welfare Regione Puglia
Introduzione lavori – Focus su Aree tematiche 3 e 4
Francesca Zampano, Dirigente Servizio Minori, famiglie e pari opportunità
Ore 15.50 – 16.30
Restituzione dei contributi raccolti sulla macroarea 3 “Politiche economiche fiscali a favore della famiglia” e sulla macroarea 4 “I servizi per la famiglia”.
Emanuele Università e Claudio Natale
Funzionari Sezione Inclusione sociale attiva e innovazione reti sociali, Regione Puglia
Ore 16.30 – 17.15
Il punto di vista del Forum delle associazioni familiari: il protagonismo delle famiglie alla progettazione di politiche family friendly
Lodovica Carli – Presidente Forum delle associazioni familiari della Puglia
Ore 17.15 – 18.00
Dibattito conclusivo
Modera: Vito Peragine, Professore Ordinario di Economia Politica presso il Dipartimento di Economia e Finanza dell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.
Per info: Servizio Minori, famiglie e PO: confreg.famiglia@regione.puglia.it.
Giu 14, 2019 | Approfondimenti
Sono molte e variegate le proposte pervenute dalle associazioni relative all’ampio tema del Lavoro. Tutte concorreranno alla redazione del Piano regionale di Politiche familiari.
A tal proposito, abbiamo chiesto un commento al professor Alessandro Rosina, ordinario di Demografia all’Università Cattolica di Milano, che di questa macroarea è il coordinatore scientifico.
Il quadro generale, a suo dire, non è affatto roseo. «Il Sud Italia presenta una delle combinazioni peggiori in Europa di bassa occupazione giovanile, bassa partecipazione femminile al mercato del lavoro, bassa fecondità», ma le soluzioni al problema esistono e sono attuabili.
Secondo Rosina, «vanno in particolare favorite misure solide, in relazione sistemica con altre, in grado di mettere in relazione positiva le condizioni lavorative dei giovani con la possibilità di formare una propria famiglia (ovvero condizioni che favoriscano un’occupazione coerente e abilitante rispetto alle scelte familiari), e di mettere in relazione la possibilità di occupazione femminile con la piena realizzazione in ambito familiare. Mettendo al centro le persone, le loro scelte, il valore individuale e collettivo che tali scelte possono produrre, la possibilità che tali scelte positive (autonomia dei giovani, formazione di nuovi nuclei, nascita dei figli, occupazione) possano rafforzarsi vicendevolmente e non entrare in collisione».
Per quanto riguarda le proposte pervenute riguardo l’occupazione femminile, «la conciliazione ha come pilastro centrale i servizi per l’infanzia, ma sempre di più anche quelli per gli anziani (e ovviamente disabili in generale).
Potenziamento della copertura sul territorio e qualificazione degli esistenti devono entrare in un piano di azione con impegni concreti, monitorati ogni anno.
È assolutamente condivisibile il fatto che questo potenziamento debba collocarsi all’interno della riforma dei sistemi di educazione e istruzione 0-6 (Decreto legislativo n. 65 del 13 aprile 2017, approvati in GU n.112 del 16-5-2017). Questo porta alla necessità di sviluppare una strategia di integrazione tra Nidi e Scuole d’infanzia.
Altri punti di lavoro rilevanti riguardano la necessità di fornire risposte raggiungibili e quindi fruibili su tutto il territorio; la sperimentazione di forme flessibili di risposta alle esigenze delle famiglie (oltre l’offerta pubblica, ma con garanzia di qualità educativa adeguata); lo sviluppo di un’offerta per chi frequenta le scuole primarie (in particolare per coprire l’orario non scolastico e i periodi di chiusura).
È inoltre condivisibile l’esigenza di promuovere la cultura della conciliazione e delle pari opportunità riconoscendo le aziende virtuose (che favoriscono part time reversibile, congedi paternità…) e prevedendo condizioni premianti».
Nell’ambito della formazione professionale, «per migliorare la transizione scuola-lavoro il punto di partenza fondamentale è l’orientamento. Serve una maggiore sinergia tra scuola e servizi per l’impiego, che renda più informati e consapevoli i ragazzi sulle scelte formative e sulle opportunità del mondo del lavoro. Una collaborazione che fornisca, inoltre, informazioni sugli strumenti disponibili e incentivi anche i programmi di rafforzamento delle life skills (intraprendenza, creatività, apprendere ad apprendere, intelligenza emotiva…) assieme a competenze avanzate.
La transizione scuola-lavoro va, del resto, intesa soprattutto come transizione imparare-fare, che per realizzarsi con successo ha bisogno di dosi commisurate (anche personalizzate in vari casi) di “fare” nel percorso formativo e di “imparare” in quello occupazionale. Anzi, il primo obiettivo formativo per un giovane dovrebbe essere quello di portarlo a riconoscere l’importanza di alimentare continuamente e attivamente il circuito virtuoso di imparare e fare, come impalcatura per la realizzazione dei propri progetti di vita e professionali. Informarsi e cercare esperienze in grado di rafforzare, oltre le mura scolastiche, le proprie competenze trasversali è ciò che più risulta protettivo verso il rischio di diventare Neet. La preparazione delle nuove generazioni deve guardare sia alle competenze spendibili oggi sia al cambiamento del mondo del lavoro.
In questa direzione sono condivisibili le proposte di procedere verso una programmazione integrata sul territorio di tutta a formazione, in modo da rendere efficiente e mirata l’offerta erogata dal sistema regionale in relazione al sistema statale.
Rafforzare e valorizzare l’istruzione e formazione professione (IeFP) e la filiera degli Istituti Tecnici Superiori (ITS), anche attraverso adeguata informazione e pubblicizzazione».
Rosina sottolinea inoltre «l’importanza di predisporre un sistema di monitoraggio e valutazione che consenta di verificare i risultati e la corrispondenza tra professionalità richieste, competenze formate e domanda effettiva sul territorio».
Infine, sull’ingresso dei ragazzi nel mondo del lavoro, il professore è convinto che l’approccio più promettente sia «quello finalizzato a rafforzare i giovani contestualmente rispetto a occupabilità, progettualità, intraprendenza e senso di appartenenza sociale. Sono questi tutti aspetti che le ricerche evidenziano essere legati alla protezione dal rischio di rimanere intrappolati nella condizione di Neet e di alimentare un circolo vizioso di scoraggiamento, esclusione sociale, sfiducia nelle istituzioni, avvitamento senza prospettive sul presente.
Non si tratta quindi di togliere il Neet dalla condizione di inattività trovando il modo di “far qualcosa”. Ciò può dar sollievo nel brevissimo periodo ma può poi creare frustrazione se tale attività non consente di entrare in un vero percorso di miglioramento attivo della propria condizione. Particolare attenzione va quindi posta nel coinvolgere i giovani non come soggetti svantaggiati, ma riconoscerne specifiche capacità e attitudini, mettendoli nelle condizioni di produrre valore.
Le proposte per chi è fuori dal percorso formativo devono essere in grado di intercettare chi è ai margini o svolge attività nel sommerso, ma anche essere appetibili e immettere in un percorso di valore.
Cruciale è il potenziamento del sistema duale (promozione dell’apprendistato con “incentivi alle aziende che consolidano il rapporto di lavoro alla fine dell’apprendistato”).
Un punto finale di rilievo è anche la necessità di migliorare l’informazione sulle misure, gli strumenti e i programmi già esistenti e potenziarne l’effettiva accessibilità», conclude il professor Rosina.
Giu 12, 2019 | Approfondimenti
Si è svolto lo scorso 15 aprile il secondo seminario di restituzione delle proposte emerse durante la I Conferenza regionale della famiglia del novembre 2018, dedicato in particolare al tema del lavoro abilitante, quale leva di supporto per la crescita, lo sviluppo e il benessere sociale.
È stata Francesca Venuleo, funzionaria della Sezione Promozione della Salute e del Benessere, a presentare le criticità e i contributi raccolti durante il percorso partecipato che porterà alla redazione del Piano regionale sulla famiglia.
I punti cardine su cui ci si è soffermati sono stati una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro; l’attenzione alla formazione professionale e l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.
Perché, come è stato più volte ripetuto nel corso degli incontri, le politiche familiari non devono interessare solo il Welfare; esse attraversano temi trasversali in cui tutti i settori dell’istituzione devono essere coinvolti.
E se negli ultimi anni la Regione Puglia ha erogato buoni servizio ai minori per oltre 81 milioni di euro, è unanime la richiesta di dare continuità e solidità a questa misura, con una dotazione che riguardi anche i servizi per il tempo libero. A ciò va aggiunta una sburocratizzazione delle pratiche per l’accesso ai buoni e una semplificazione delle stesse.
È stata segnalata, inoltre, una non adeguata (o non abbastanza qualificata) presenza sul territorio di servizi di cura, motivo per cui se ne chiede il potenziamento e l’implementazione.
Il percorso verso un lavoro abilitante passa anche – e soprattutto – dalla conciliazione, che non deve riguardare solo le donne, ma l’intero nucleo familiare. È necessario che servizi fondamentali come gli asili nido abbiano orari di apertura flessibili per venire incontro alle esigenze delle mamme e dei papà; che si implementi il tempo pieno nelle scuole pubbliche; che si incentivino idee innovative come gli asili di condominio e si agevoli la mobilità, specie tra piccoli comuni, per il raggiungimento dei servizi di cura disponibili.
Fondamentale il ruolo delle imprese per le politiche di conciliazione, che vanno promosse e applicate attraverso la flessibilità oraria e il welfare aziendale; importante anche il ruolo degli enti pubblici , che potrebbero inserire nei bandi e nelle gare d’appalto elementi premianti per le realtà imprenditoriali family friendly.
È stata poi evidenziata la mancanza di tutele per la maternità delle lavoratrici, spesso costrette a firmare dimissioni in bianco in caso di gravidanza. Inoltre, persistono ancora notevoli differenze di genere in merito alla disoccupazione ed eccessivi gap salariali.
Importante sarebbe recuperare progetti regionali finalizzati alla qualificazione degli assistenti domiciliari e alla regolarizzazione del loro lavoro, grazie anche all’erogazione di un sostegno economico alle famiglie per il pagamento dei contributi previsti a seguito dell’assunzione. Non meno lo è prevedere l’obbligatorietà dei congedi parentali per i padri.
Sul fronte del lavoro giovanile, è stata riscontrata una debolezza nel sistema di orientamento e di incrocio tra domanda e offerta occupazionale e si è chiesto un rafforzamento dell’azione dei Centri per l’impiego.
Dal punto di vista della formazione professionale, è fondamentale che i percorsi proposti ai ragazzi interessati partano contemporaneamente agli altri iter scolastici; ciò deve valere anche per la tempistica dei bandi di ammissione alla formazione professionale rispetto alle iscrizioni scolastiche.
È poi indispensabile prevedere misure di prevenzione della dispersione scolastica con attività di formazione e apprendistato, magari coinvolgendo a più livelli professionisti, artigiani e imprenditori.
Infine, per non aumentare le fila dei giovani a rischio criminalità e Neet, sarebbe interessante coinvolgerli in progetti pluriennali per la valorizzazione dei beni pubblici. Anche il sostegno all’autoimprenditorialità, con ad esempio l’azzeramento dell’Irap per le start-up, potrebbe dare nuova linfa per chi decide di mettersi in proprio.
Mag 9, 2019 | Approfondimenti
Lo scorso 7 maggio, si è svolto l’incontro-confronto tra il Forum provinciale delle Associazioni familiari e i candidati a sindaco al Comune di Lecce nella sede dei Missionari Comboniani: quattro dei cinque candidati si sono presentati all’appuntamento, per confrontarsi con le istanze e le proposte del Forum, che erano state preventivamente inviate a ciascuno di loro. Solo il candidato Fiorella di Sinistra Comune, che aveva inizialmente aderito, ancor prima di conoscere le domande che gli sarebbero state poste, ha declinato l’invito, affermando di non condividere i principi su cui si basa l’azione del Forum delle Associazioni familiari.
Le domande erano queste:
- Che tipo di interventi pensa di realizzare riguardo alle politiche per tributi, tariffe e rette comunali? Prenderà in considerazione la composizione familiare e i carichi familiari, eventualmente correggendo l’Isee attuale per renderlo più favorevole alle famiglie con più figli?
- Qual è la sua visione relativamente ai servizi di cura, di accompagnamento e di supporto alle relazioni familiari? Prenderà in considerazione la possibilità di valorizzare la sinergia con le realtà del terzo settore, per sviluppare capitale sociale e beni relazionali, contestualmente agli interventi di natura tecnico-professionale?
- Come lei saprà, esiste da anni la possibilità per i Comuni di entrare a far parte del Network della Città amica della famiglia, promosso dalla Provincia autonoma di Trento, che prevede un percorso di valutazione e certificazione molto rigoroso in merito a politiche, azioni e risorse messe in campo dalle città che ne entrino a far parte, ricevendo un marchio di qualità. Ultimamente la Regione Puglia ha depositato il marchio “Puglia loves family“, con l’obiettivo di promuovere e sviluppare un network di organismi (imprese, strutture di servizi, Città) Amici della famiglia, connettendo le politiche sociali e dei servizi con le politiche di sviluppo territoriale. Sarebbe interessato a intraprendere uno di questi due percorsi per la Città di Lecce?
- Prenderà in considerazione la possibilità di istituire delle procedure comunali di monitoraggio e valutazione dell’impatto familiare (VIF)? Il Forum propone la costituzione di un’Agenzia comunale per la famiglia: che posizione ha al riguardo?
Come è evidente, nulla che attenga al tema dell’aborto o a questioni di tipo bioetico, che, a quanto pare, hanno rappresentato un forte ostacolo per il candidato Fiorella ad affrontare un dialogo costruttivo con le famiglie del Forum. Famiglie reali, fra cui famiglie con disabili, famiglie numerose, famiglie vedove, famiglie migranti, famiglie monoparentali, famiglie affidatarie o adottive, ma anche famiglie impegnate, pronte a far comprendere a politici e amministratori che si può sviluppare una soggettività e una competenza politica anche dal basso, rendendo le stesse famiglie capaci di valutare la pertinenza e la coerenza delle scelte amministrative di chi ci governerà e di interloquire efficacemente con loro.
D’altro canto non è l’aborto un tema di competenza dei Comuni, mentre lo è sicuramente l’impegno di dare attuazione alla Legge 194, in particolare agli articoli 2 e 5 nei quali si ribadisce l’obbligo per chi governa di sostenere le donne che lo desiderino, di portare a termine la gravidanza, prevenendo il più possibile la scelta dell’aborto, che lascia un segno indelebile nel cuore di una madre. Per quanto riguarda la tutela della parità di genere, il Forum è in prima linea, visto che uno dei suoi campi d’azione è quello della conciliazione vita-lavoro e che esso a tal riguardo approva solo soluzioni politiche che favoriscano contestualmente l’affermazione della donna-madre in campo lavorativo, perché l’intera società deve avvantaggiarsi del “genio femminile” come fu definito a suo tempo da San Giovanni Paolo II. Tra l’altro, a giorni uscirà un libricino della sezione di Casarano di Fidapa sulla parità di genere, a cui il Forum di Lecce ha concesso il suo patrocinio.
Tornando all’incontro, il moderatore Tonio Tondo, dopo un’ampia introduzione che ha dato la cornice istituzionale e costituzionale (articoli 29, 30 e 31) entro cui si muove il Forum e in cui si dovranno muovere il futuro sindaco e i futuri amministratori, ha posto le domande a tutti e quattro i candidati, partendo dall’ultimo sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, per poi passare a Saverio Congedo, Arturo Baglivo e alla senatrice Adriana Poli Bortone.
Riguardo alla prima domanda, tutti i candidati si dicono ben disposti a prendere in seria considerazione l’impatto familiare nel campo fiscale, pur considerando la scarsa competenza residuale per i Comuni, dal momento che la gestione del fisco è molto centralizzata.
In particolare Salvemini è incline a sviluppare ciò che ha già avviato durante il suo breve mandato, ossia un patto col cittadino, che sviluppi consapevolezza nell’utilizzo dei servizi comunali. Anche Baglivo parla di Tari premiale per chi si dimostri virtuoso nella raccolta differenziata, si impegna a fornire rette alle famiglie per le scuole dell’infanzia e agevolazioni fiscali per le giovani coppie, mentre la Poli Bortone ricorda che durante il suo mandato, periodo in cui vi era ancora l’Ici, esistevano degli sgravi fiscali per le famiglie che ora non ci sono più e che creò uno sportello per l’accoglienza dei migranti che ancora è in funzione. Inoltre ricorda che da parlamentare, nel ’90, fece approvare una legge quadro sulla famiglia. Congedo si impegna a realizzare il cosiddetto “fattore famiglia” che rappresenterebbe un fattore di proporzionalità nell’applicazione del fisco al cittadino, che tiene conto della composizione e della complessità del nucleo familiare.
Riguardo alla seconda domanda la Poli richiama ancora una volta la sua esperienza pregressa, a garanzia del suo futuro impegno nel segno dell’inclusività. Nello specifico rammenta che durante il suo mandato come sindaco di Lecce inserì il consigliere aggiunto, una figura eletta dagli immigrati regolari, oltre alla costituzione di una biblioteca interculturale, ma chiede in generale una maggiore sensibilità istituzionale, ritenendo che si debba riattrezzare l’amministrazione comunale di specifiche e forti competenze, a suo parere ora piuttosto carenti, per riuscire a essere concorrenziali e capaci di attrarre fondi comunitari. Per lei si dovrebbe guardare al modello dell’Emilia Romagna, dove si è riusciti a costruire reti di attori che sanno co-progettare.
Baglivo è convinto della necessità di sviluppare capitale sociale a sostegno della famiglia, ormai prevalentemente nucleare. Per lui implementare le associazioni aiuterà le famiglie, soprattutto quelle numerose e con congiunti disabili, sopperendo alle limitazioni dei fondi comunali. Anche Salvemini è favorevole ad avviare una governance col terzo settore soprattutto per affrontare insieme le nuove povertà, i minori extracomunitari non accompagnati e per favorire la parità di genere. Per Congedo bisogna avviare delle Politiche familiari ben distinte dai servizi sociali, in quanto la Famiglia non va vista come problema ma come risorsa e, se eletto, si impegna a sviluppare provvedimenti che favoriscano la conciliazione famiglia-lavoro e a realizzare una Conferenza comunale sulla famiglia, a partire dal problema della denatalità, sul modello della prima Conferenza regionale celebratasi gli scorsi 22 e 23 novembre 2018 a Bari, indetta dal Governatore Emiliano e con l’unanime consenso dell’intero Consiglio regionale, dopo il forte pressing politico esercitato dal Forum regionale.
Riguardo alla terza e quarta domanda, Salvemini si impegna ad approfondire la proposta relativa alla costituzione di un’Agenzia per la famiglia, mentre chiede al sindaco di Caprarica, Paolo Greco, invitato all’evento, di avere un confronto successivo per approfondire la questione della concessione del marchio “Puglia loves Family” dalla regione Puglia, in quanto si dice scettico sulla procedura, proprio osservando la scarsa richiesta da parte dei Comuni, che farebbe pensare a forti difficoltà in tal senso. Per Congedo è assolutamente necessario che Lecce entri in un Network di Comuni Amici della Famiglia e che si costituisca un’Agenzia per la famiglia. Anche per Baglivo andrebbe bene l’idea dell’Agenzia, anzi, afferma che se ne fosse stato a conoscenza prima di definire il suo programma elettorale, l’avrebbe inserita all’interno ma propone anche, o in alternativa, l’istituzione di un Garante per la famiglia, mentre la Poli si dice favorevole all’Agenzia ma non al Garante.
In coda agli interventi dei candidati, l’assessore Bleve del Comune di Corsano, membro della rete “Comune amico della famiglia” e Paolo Greco, sindaco di Caprarica, destinatario del marchio “Puglia loves family”, hanno descritto la procedura da seguire per l’ottenimento del marchio ma soprattutto le potenzialità di essere inseriti in una di queste reti, sul modello di Trento o di Alghero e anche parzialmente di Perugia, in termini di confronto continuo e di sollecitazione al miglioramento dei servizi in formato “family friendly”.
Ha concluso la presidente del Forum provinciale di Lecce Assunta Corsini specificando che l’Agenzia per la famiglia sarebbe la maniera migliore per generare un tavolo permanente che riguardi la famiglia, mettendola concretamente al centro dell’agenda politico-amministrativa del Comune. Il Forum provinciale, come già richiesto ai Sindaci presenti al Convegno di Corsano il 17 febbraio scorso, guardano al Comune di Alghero e alla Provincia autonoma di Trento come le buone prassi da seguire in questo senso e chiedono a chi siederà sulla poltrona di sindaco a Palazzo Carafa, di istituire l’Agenzia per la famiglia individuando una famiglia, espressione dell’associazionismo di secondo livello che rappresenti le istanze di tutte le famiglie ogni qualvolta verranno prese delle decisioni che avranno inevitabilmente una ricaduta sulla vita familiare; una “Famiglia in Comune” che valuti cioè il cosiddetto Impatto familiare delle delibere comunali.
I ringraziamenti del Forum provinciale di Lecce, infine, vanno «ai Missionari Comboniani che ci hanno generosamente accolto e ai quattro candidati che hanno accettato di mettersi in gioco, accogliendo la “sfida” delle famiglie leccesi sui contenuti dei loro rispettivi programmi elettorali. Attendiamo l’esito della tornata elettorale del prossimo 26 maggio e chiediamo sin d’ora al futuro sindaco di proseguire il dialogo avviato in questo proficuo incontro», ha concluso la presidente Corsini.
Apr 30, 2019 | Eventi
Riportare il tema della famiglia nel dibattito politico in vista delle prossime elezioni amministrative, anche a Lecce. Con questo scopo, il Forum provinciale delle Associazioni Familiari invita tutti i candidati sindaco al Comune di Lecce per un confronto dibattito sulle Politiche comunali “formato famiglia”. Prosegue così l’attività sviluppatasi durante la prima Conferenza regionale sulla Famiglia sul tema della denatalità in Puglia e confluita poi nel Convegno organizzato dal Forum provinciale lo scorso 17 febbraio a Corsano, che ha coinvolto moltissime realtà del territorio provinciale – associazioni, sindacati, sindaci, realtà produttive e del terzo settore -, sul tema dei servizi alla famiglia e su quello del lavoro abilitante per i giovani e le donne salentine.
L’incontro, moderato dal giornalista Tonio Tondo, proporrà i contenuti emersi proprio durante il Convegno di Corsano, e si terrà il 7 maggio 2019 alle 19 nella sede dei Missionari Comboniani (Km 5 della statale Lecce – Maglie). Saranno presenti Biagio Martella, sindaco di Corsano, da alcuni anni nel Network dei Comuni “Amici della Famiglia”, e Paolo Greco, sindaco di Caprarica di Lecce, primo Comune a cui è stato attribuito il marchio regionale “Puglia Loves Family”.
Nell’occasione, i candidati sindaco potranno dichiarare le loro intenzioni programmatiche in relazione alle richieste e alle proposte che saranno loro presentate dal Forum. I loro interventi saranno poi pubblicati sul sito del Forum regionale www.forumfamigliepuglia.org.
«È fondamentale che i Comuni ripensino le Politiche familiari, partendo da modelli virtuosi come il Comune di Alghero e quello di Perugia, oltre all’ormai noto modello dei Distretti Famiglia della Provincia autonoma di Trento. Il tema della denatalità, ampiamente sviluppato in sede di Conferenza regionale sulle Politiche familiari degli scorsi 22 e 23 novembre 2018, e ripreso durante il Convegno di Corsano dello scorso 17 febbraio 2019, non riguarda solo il Governo nazionale o quello regionale, ma interpella tutti, in particolare le Amministrazioni comunali – spiega Maria Assunta Corsini, presidente provinciale del Forum delle Associazioni Familiari di Lecce -. Durante l’incontro, rivolto trasversalmente a tutti i candidati, secondo lo stile del Forum, si affronterà in particolar modo la tematica dello sviluppo di un modello di amministrazione che metta al centro la famiglia come soggetto politico, senza confondere le Politiche familiari comunali con il Settore servizi sociali. Dopo anni di tentativi in tal senso, a partire dal 2012, anche nella nostra Provincia si registrano alcune buone pratiche, con cui è opportuno confrontarsi», conclude la presidente Corsini.