La presidente del Forum regionale Lodovica Carli: «Conferenza frutto della consapevolezza del valore sociale delle famiglie»

Inizia oggi la I Conferenza regionale sulla famiglia. Prima, appunto, perché la Puglia – grazie al lavoro incessante di sensibilizzazione del Forum e il recepimento bipartisan delle istanze da parte della politica locale – diventa apripista in questa nuova modalità partecipata e “dal basso” di pensare alle Politiche familiari.

«È certamente un punto di arrivo rispetto al lungo percorso che ci ha portato fin qui – dice la presidente del Forum Puglia Lodovica Carli – e che ci ha permesso di rappresentare di fronte alla politica e alle Istituzioni le istanze delle famiglie pugliesi. È il frutto della crescente consapevolezza delle famiglie di Puglia  del loro valore sociale e della necessità di esercitare la loro cittadinanza attiva attraverso lo strumento dell’associazionismo.

In questo percorso, siamo stati sostenuti dalla collaborazione con diversi soggetti attivi nella società: sindacati, imprenditori, scuole, università e mondo della formazione professionale, grandi associazioni , comunità ecclesiale, e infine anche dalla politica, che ha riconosciuto che le nostre proposte non nascevano da istanze ideologiche, ma da problemi concreti e urgenti a cui è necessario dare risposta».

La Conferenza è dunque un punto di arrivo, ma soprattutto «un punto di partenza rispetto all’elaborazione partecipata del Piano regionale di Politiche familiari, che dovrà recepire le istanze che le famiglie e le loro associazioni presenteranno durante la due giorni e anche dopo, durante il percorso di partecipazione attiva. Soprattutto mi sembra un fondamentale punto di partenza per costruire modalità più stabili e incisive di  confronto e collaborazione fra politica e associazionismo familiare, il cui ruolo viene riconosciuto  e, in qualche modo, “istituzionalizzato”. Se per la famiglia è fondamentale agire  la propria responsabilità nel costruire bene comune, in collaborazione con altre reti  – istituzionali e non -, per la politica è il tempo dell’ascolto e della sussidiarietà».

Idee chiare anche sullo svolgimento dei quattro tavoli monotematici, che tratteranno il lavoro come condizione fondamentale per la ripresa della natalità, le famiglie come risorse sociali ed educative, il fisco e i servizi di cura. «Vogliamo portare avanti un  confronto concreto, condiviso e responsabile». Tema della Conferenza saranno “Le politiche familiari di fronte alla sfida della denatalità”, argomento da tempo posto sotto i riflettori dal Forum a livello nazionale attraverso il PattoxNatalità e oggi rilanciato grazie all’appuntamento pugliese, in una regione che in quanto a calo delle nascite non fa eccezione, anzi. «Obiettivo fondamentale è  che la Conferenza si misuri con questo drammatico problema della nostra terra che, sia per il drastico calo delle nascite in atto ormai da diversi anni, sia per il continuo, crescente esodo dei nostri giovani alla ricerca di lavoro, si va svuotando di energie ed  opportunità. La denatalità è l’urgenza più drammatica del Mezzogiorno e della Puglia. Lo dicono i più autorevoli economisti: senza figli non ci può essere ripresa economica stabile, né welfare sostenibile. Insomma, senza figli non c’è futuro.

Il Forum arriva alla Conferenza con la precisa volontà  di contribuire all’individuazione di azioni politiche efficaci ad affrontare la questione, le cui ricadute investono tutta la società, a partire proprio dai bisogni delle famiglie pugliesi.

Per questo è necessario evitare ogni tentativo di strumentalizzazione ideologica  della Conferenza, che getti inutile fumo sui problemi concreti, impedendo così di affrontarli realmente», è l’appello della presidente Carli.

Conferenza sulla famiglia, il consigliere Saverio Congedo: «La Regione può e deve fare la sua parte con misure concrete»

Tra i promotori della mozione che ha dato il via al processo per l’indizione della I Conferenza regionale sulla famiglia, c’è anche il consigliere regionale Saverio Congedo.

Anche a lui abbiamo chiesto cosa l’ha convinto che questo passo fosse indispensabile per la Puglia.

«Tutte le indagini degli ultimi anni – Svimez, Istat, Banca d’Italia e, di recente, la ricerca del “Sole 24 ore” sulla qualità della vita – fotografano una condizione socio-economica drammatica: economia che arretra, ritorno dell’emigrazione giovanile, basso tasso di natalità, crescita naturale negativa, media figli fra le più basse d’Italia, contrazione della popolazione giovane. Uno scenario drammatico e pericoloso che può e deve essere adeguatamente fronteggiato con adeguate politiche familiari a tutti i livelli. In questo contesto l’idea del Forum delle Famiglie di Puglia, di sigle sindacali e realtà del territorio di un tavolo di lavoro per la costruzione del nuovo Piano di Politiche familiari mi è sembrata un’opportunità da cogliere».

Qual è secondo lei il problema più urgente da risolvere?

«Denatalità e mancanza di opportunità di lavoro soprattutto per i giovani. Il report Istat sugli indicatori demografici per il 2017 segnala il record di minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia. Un inverno demografico che non risparmia la nostra regione, gravata anche dalla situazione drammatica sul fronte del lavoro, che spinge tanti nostri giovani, spesso formati e in possesso di importanti titoli di studio, a lasciare la Puglia per cercare fortuna altrove».

Cosa si aspetta dalla Conferenza?

«La Regione può e deve fare la sua parte con misure concrete di contrasto alla povertà, di sostegno alla genitorialità e alla maternità, con un fisco a misura di famiglia, agevolando l’armonizzazione dei tempi familiari con i tempi di lavoro, investendo in politiche abitative. In altri termini, mi aspetto la definizione di una strategia complessiva di interventi dedicati alle politiche familiari sul fronte del lavoro, del fisco, del welfare».

Conferenza regionale sulla famiglia, Cisl Puglia: «Basta bonus, più misure sul lavoro e politiche fiscali»

Tra i firmatari della Lettera aperta che lo scorso novembre ha dato il via al processo per l’indizione della Conferenza regionale sulla Famiglia, in programma domani e dopodomani a Bari, c’era anche la Cisl Puglia. «Riteniamo infattisostiene il segretario generale Daniela Fumarola – che serva al Paese un patto per la famiglia e la natalità. Abbiamo condiviso, insieme al Forum delle associazioni familiari, l’esigenza di impegnare il Governo regionale e la politica affinché sia data priorità a questi temi».

Il sindacato sarà naturalmente presente alla due giorni, al via domani in Fiera del Levante a Bari. «La Cisl Puglia – prosegue la Fumarola – continuerà a sostenere l’importanza di politiche che supportino concretamente le famiglie e agevolino la scelta di generare, crescere ed educare i figli, perché questo non rappresenta un importante evento solo privato, ma un fattore decisivo per lo sviluppo economico, la crescita sociale, il rinnovamento culturale, l’arricchimento e la rivitalizzazione dell’intera società.

Crediamo che il nostro Paese debba investire di più sul potenziale offerto dalle famiglie. Se vuole rafforzare la coesione sociale e dare una spinta e una nuova direzione allo sviluppo non bastano misure parziali o interventi transitori, che costituiscono solo delle “boccate di ossigeno” nella permanente apnea di un ambiente sfavorevole alle relazioni e alla cura. Vanno promosse politiche più robuste, se si intende davvero e concretamente fare forti le famiglie e il Paese.

Come Cisl diciamo basta bonus, e ci aspettiamo più misure sul lavoro, politiche fiscali a favore dei nuclei familiari e misure di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro».

In particolare, passando alle proposte concrete, «le prime azioni che ci attendiamo vengano intraprese dovranno essere l’istituzione di un nuovo assegno familiare universale, aggregando in un unico istituto l’attuale assegno al nucleo familiare e le detrazioni per familiari a carico, nonché la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni sociali integrate con i livelli di assistenza minima sanitaria, rafforzando in questo modo la rete dei servizi al cittadino. E ancora un piano per le non autosufficienze, una normativa regionale di sostegno alle cure a lungo termine e infine un investimento sui servizi socio-educativi da zero a tre anni, senza mai perdere di vista il fondamentale coinvolgimento di tutto il partenariato economico e sociale», conclude il segretario generale Cisl Puglia.

Famiglia per tutti: «La Conferenza opportunità per far conoscere i bisogni e le risorse delle famiglie pugliesi»

Le associazioni familiari. Quelle aderenti al Forum, ma non solo. Saranno loro, con le istanze e le buone prassi, con l’impegno e l’esempio, il motore e il cuore pulsante della I Conferenza regionale sulla famiglia, che si terrà in Fiera del Levante il 22 e il 23 novembre prossimi.

Realtà come Famiglia per tutti onlus, che dal 2002 a Bari promuove la cultura della solidarietà e dell’accoglienza in favore dei minori in stato di disagio o di abbandono.

Secondo l’esperienza della presidente Angela De Girolamo, da sempre in prima linea nel volontariato, i problemi principali a cui far fronte in quest’ambito sono «la scarsa attenzione alla famiglia come risorsa, un sistema di servizi frammentario e l’assenza di sostegno nelle fasi post accoglienza».

Proprio per questo la Conferenza «è un’occasione unica e significativa , un’importante esperienza di partecipazione attiva richiesta alle famiglie , ai cittadini, al mondo del volontariato. Un’opportunità di costruire e far conoscere i bisogni e le risorse delle famiglie pugliesi  che sono a disposizione nel quotidiano lavoro e nella vita. Darà voce a tutte le istanze e le aspirazioni delle famiglie pugliesi che – spesso da sole – faticano a costruire un futuro migliore per le nuove generazioni».

E poiché «la sensibilizzazione all’accoglienza passa attraverso l’esperienza vissuta e raccontata», Famiglia per tutti porterà al tavolo del dibattito anche le esperienze positive già sperimentate, come «la formazione e lo sportello d’ascolto quali sostegni alla genitorialità», proponendo «campagne di sensibilizzazione attraverso progetti nelle agenzie sociali più significative, quali scuole, parrocchie e gruppi famiglia».

Conferenza regionale sulla famiglia, don Francesco Preite: «Formare i giovani per il mondo del lavoro è un’esigenza primaria»

La I Conferenza regionale sulla famiglia, che si terrà a Bari il 22 e il 23 novembre prossimi, è «un’ottima opportunità per porre al centro dell’attenzione la famiglia. Sostenere politiche di natalità e di sostegno alla genitorialità sono le leve per poter costruire una società più giusta e per dare un futuro alla nostra regione, al nostro Paese e alla nostra Europa.  È in famiglia che i figli imparano l’arte di vivere, la bellezza e la fatica dello stare insieme, la gioia del gioco, la voglia di libertà. Mi aspetto che ci siano delle attenzioni concrete di sostegno reale specialmente nell’ambito dell’istruzione e formazione professionale». Parola di don Francesco Preite, direttore della casa Salesiana Redentore di Bari e direttore generale Cnos-fap (Centro nazionale opere salesiane – Formazione e aggiornamento professionale) Puglia.

«Sostenere la genitorialità – prosegue don Francesco – significa anche poter garantire un livello ottimale di istruzione e formazione professionale ai figli. Credo che sia arrivato il momento di adattare il nostro sistema scolastico regionale ai tempi di oggi e quindi dare spazio alla “intelligenza nelle mani”. I ragazzi apprendono più facilmente quando operano praticamente, e questo è ancora di più vero con i giovani neet. Insomma, accanto al sistema scolastico tradizionale bisogna potenziare l’offerta formativa professionale».

I numeri – secondo lui – parlano chiaro. «A fronte di una disoccupazione giovanile (15 -24 anni) continentale che si attesta intorno al 19,3%, in Italia  si tocca il 31,7% . (Dati Istat commentati dal Il Sole 24 ore del 7 maggio 2018).  Al Sud la disoccupazione giovanile è intorno al 50%, in Puglia è al 52.4% (dati Eurostat commentati da La Repubblica del 28 aprile 2018). C’è anche però una buona notizia: l’abbandono scolastico in Italia si è ridotto nel 2017 al 14% (nel 2008 era al 20%). È evidente che il divario Nord e Sud in Italia sia presente anche in queste statistiche, con proporzioni molto simili a quelle raccontate per la disoccupazione giovanile (la dispersione scolastica al Sud è al 18,5%).

Notiamo una correlazione tra abbandono scolastico, disoccupazione e reddito pro capite. Nel senso che abbandono scolastico sopra la media, disoccupazione giovanile alta e reddito medio pro capite basso sono tre fenomeni che tendono ad accompagnarsi.

La formazione professionale può essere una leva di riscatto per i giovani, perché insiste proprio su questi tre dati negativi cercando di invertire la rotta».

Ma come invertirla, questa rotta? «Bisogna che ognuno si assuma delle responsabilità, ascolti e condivida le proposte. Formare i giovani per il mondo del lavoro è un’esigenza primaria per una Regione come la Puglia, che vuole investire nel presente e dare futuro ai suoi ragazzi. In Italia, in questo decennio, accanto a un’offerta “scolastica” strutturata e consolidata, è cresciuta un’offerta “formativa” che risponde ugualmente alle attese anche occupazionali del giovane. Bisogna sviluppare e mettere a sistema questa offerta formativa anche in Puglia.

Il sogno per la Puglia è che un giovane in obbligo formativo che sceglie di frequentare un Centro di formazione professionale (Cfp) possa conseguire una qualifica professionale dopo un percorso formativo di durata triennale e, se lo desidera, un diploma professionale dopo un ulteriore anno di formazione e un diploma tecnico superiore dopo un ulteriore periodo di specializzazione. In altre parole, chiediamo alla Regione Puglia che la proposta di Istruzione e Formazione professionale (IeFP) possa essere erogata dai Centri di formazione professionale in maniera più stabile e strutturata.

Questa è la premessa per poter fare altre due proposte operative: la prima la rivolgiamo alla Regione Puglia ed è quella di rendere stabile e completa la filiera formativa verticale della IeFP, potenziando il IV anno e l’anno di specializzazione. La seconda è rivolta alle Istituzioni sia regionali che comunali e statali ed è che le Politiche attive del lavoro possano avvalersi non solo dei Centri per i’impiego (Cpi) ma anche dei Centri di formazione professionale (Cfp) per erogare servizi di orientamento e placement. Entrambi, valorizzati in maniera sistemica, possono essere una “rete nazionale” per lo sviluppo della Formazione Professionale e delle Politiche attive del lavoro.

Un’altra questione fondamentale per la crescita del giovane e la formazione professionale è il rapporto con le imprese.  L’elevata rapidità dell’evoluzione tecnologica e della conseguente organizzazione aziendale rende strutturale il fabbisogno di competenze difficilmente rintracciabili in esito ai tradizionali percorsi di istruzione. In tal senso, il sistema degli Enti di Formazione Professionale rappresenta per le imprese un partner strategico per lo sviluppo del capitale umano. Ciò vale per le attività di ricerca e selezione di personale qualificato, per la formazione di primo inserimento lavorativo, anche in apprendistato, per la formazione continua del personale dell’impresa. La proposta è mettere a sistema l’alleanza tra enti di formazione e imprese attraverso una “Accademia del lavoro” che renda strutturali i rapporti di collaborazione tra aziende e Cfp, ciascuno in coerenza con le proprie finalità».

Idee chiare e proposte concrete, insomma, che saranno portate sui tavoli della Conferenza. Quali sono le aspettative?

«Il Sud e la Puglia investono molto poco nelle politiche di formazione professionale – conclude don Francesco -, che invece potrebbero essere un ottimo volano per contrastare la dispersione scolastica, creare occupazione, promuovere la cultura del lavoro, far crescere l’economia regionale. Bisogna che la politica investa maggiormente per i giovani e i minori in obbligo formativo, che sono i nuovi poveri della nostra società. Mi auguro che il piano regionale per la famiglia recepisca l’urgenza di mettere al centro la formazione professionale come spazio di ascolto concreto al grido di maggiore dignità e lavoro che i giovani chiedono. Solo un ascolto attento e partecipato dei giovani e delle realtà che lavorano con e per i giovani può portare ad una speranza concreta. La prassi di fare politiche non solo “per”, ma “con” i giovani permette di costruire insieme il presente e il futuro della regione. Essi sono portatori di novità che, se orientate, accompagnate e sostenute, possono promuovere una qualità migliore della vita non solo personale ma anche comunitaria, accrescendo il benessere sociale ed economico».